Pasta, nuovo stabilimento per Felicetti: obiettivo 60 milioni di fatturato
Una sede nuova di zecca, incastonata tra le Dolomiti e un piano di sviluppo che punta a una crescita a due cifre per i prossimi tre anni, fino a raggiungere i 60 milioni di ricavi nel 2024. Riccardo Felicetti, ad dell’azienda di famiglia, reagisce di slancio a uno dei momenti più drammatici di sempre per la filiera: oltre ai costi esorbitanti di energia, trasporti e materie prime, l’impennata del grano, già sofferente per la forte siccità che lo scorso anno ha colpito il Nord America e ulteriormente compromesso dalla guerra russo-ucraina.
Pastificio Felicetti ha chiuso il fatturato 2021 a 41,5 milioni di euro, produce 120 tonnellate di pasta al giorno e ha una quota export del 60%, suddivisa tra 50 Paesi. «Solo per farle un esempio – racconta a Il Sole 24 Ore – la nostra azienda nel primo trimestre ha speso per la componente energia una cifra pari a quella sostenuta per tutto il 2020. Un dato impressionante, soprattutto se consideriamo che ha sempre investito nell’efficienza energetica».
Quanto alla materia prima, le deroghe dell’Unione Europea sulla coltivazione dei terreni a riposo non hanno favorito il grano duro, che è stato seminato a fine autunno 2021. «Si tratta di una misura importante nel breve periodo per alcune colture – commenta l’ad – ma auspicherei una più ampia riforma della Politica agricola comunitaria, che possa andare nella direzione di un’autonomia del continente».
A oggi la filiera si è adoperata per assorbire gli aumenti che arrivano su più fronti, cercando di ridurre l’impatto sui listini, anche se alcune variazioni sono state inevitabili. «Oltre ad applicare processi di razionalizzazione e saving, come Felicetti abbiamo reagito continuando a fare ciò che sappiamo fare al meglio: produrre pasta d’alta qualità insieme alla nostra filiera biologica 100% italiana, puntando sull’estero e in Italia sui segmenti premium».
Il nuovo stabilimento sostenibile di Molina di Fiemme appena inaugurato consente di potenziare da subito la capacità produttiva, che passa dalle 20 mila alle 35-40 mila tonnellate annue: l’obiettivo è produrre pasta artigianale ad alto contenuto tecnologico. Quaranta milioni gli investimenti messi in campo, in parte generati dalla crescita per linee interne e per più di due terzi provenienti da un’operazione allestita da Sparkasse, che ha portato nel capitale familiare dell’azienda un nuovo socio di minoranza: Isa (Istituto atesino di sviluppo). «Produrre pasta italiana non convenzionale, come quella d’alta quota, presuppone il pieno controllo di tutte le fasi – conclude Felicetti –. Negli ultimi anni, dover fare i conti con i limiti degli impianti del sito storico, da tempo saturo, ci ha imposto di riflettere molto attentamente sullo sviluppo del nostro business: aprire la capacità produttiva significa per noi liberare molte energie commerciali, per poter cogliere più opportunità».
Fonte: Il Sole 24 Ore