Patuelli: «La Bce ha tagliato i tassi più del previsto. Effetto maggiore sul costo dei mutui»
«La Bce ha tagliato i tassi di interesse in modo più consistente rispetto alle previsioni, riducendo dello 0,6% il tasso per le operazioni di rifinanziamento. Di più non può fare finchè la Fed non inizierà a ridurre il costo del denaro». Lo afferma Antonio Patuelli, presidente dell’Abi, che evidenzia una ripresa ad agosto dei mutui per la casa, a fronte dell’aspettativa del taglio che si era già riflessa sui tassi di mercato. «Un’eventuale imposizione statle di interessi passivi elevati su conti e depositi sarebbe un illecito – chiosa il presidente -. Nei primi 7 mesi 2024 la crescita soprattutto dei depositi vincolati ha fatto salire il gettito per lo Stato da 1 a 4 miliardi».
Presidente, pensa che il taglio della Bce sui tassi sia ancora troppo timido?
Il taglio è di 25 punti base su depositi bancari overnight in Bce. Ma il tasso di rifinanziamento è calato di 60 punti base. È stata ridotta l’ampiezza del corridoio tra i tassi di “policy”, e cioè la differenza tra il tasso sui depositi e quello di rifinanziamento principale, che sarà ora di 15 punti base rispetto ai 50 precedenti. Pertanto, dal 18 settembre, il tasso di interesse sui depositi presso la Bce sarà al 3,5% (-0,25%) dal 3,75% e quello sulle operazioni di rifinanziamento principali scenderà al 3,65% (-0,6%), dal 4,25 per cento. Questo per dire che la banca centrale ha ridotto i tassi in modo più significativo rispetto a ciò che si immaginava, perché si pensava che ci sarebbe stata una riduzione generalizzata dello 0,25 per cento. La Bce ha invece differenziato le riduzioni che vanno dallo 0,25 allo 0,6 per cento. In questa fase uno degli aspetti più rilevanti della politica monetaria a livello globale è l’equilibrio dei tassi fra i due principali blocchi dell’Occidente. I paesi della Ue che sono fuori dall’euro hanno in genere tassi più alti. Negli Stati Uniti i tassi di interesse non sono stati ridotti: il tasso è al 5,5 per cento. Per questo motivo per la Bce è difficile tagliare di più ora, anche se il livello dell’inflazione è vicino al target del 2%, per via della competizione tra le due valute sul piano internazionale. La politica monetaria americana condiziona quella europea.
Quale sarà l’impatto sul costo del credito?
Il valore massimo dell’Euribor a 3 mesi da settembre 2023 è stato 4%; poi è sceso progressivamente e il valore più basso era 3,45%, alla vigilia della decisione Bce. L’indice Irs a 10 anni, molto usato per calcolare il tasso sui mutui, era al 3,52% a ottobre 2023; è sceso progressivamente e ora è sprofondato al 2,38%, con una contrazione di 115 punti base, a fronte di una riduzione Bce che, sommando i due diversi tagli (0,25% e 0,60%) non è andata oltre lo 0,85 per cento. Il mercato quindi aveva anticipato molto di più. Il tasso sui Bot a 6 mesi ha toccato 3,18% nei giorni scorsi, con una flessione di 87 punti base rispetto al 4,05% di un anno fa. Il Btp a 10 anni ha segnato una flessione di 153 punti base (dal 4,99 al 3,46%) comportando un risparmio molto significativo sul costo delle nuove emissioni. Le contrazioni più rilevanti sono sull’indice Irs per il costo dei mutui e per il Btp a 10 anni.
Fonte: Il Sole 24 Ore