Pausa pranzo, sempre più attenzione per cibo sano e riduzione degli sprechi
La crisi inflazionistica incide anche sulla pausa pranzo degli italiani, trasformandola in un momento di compromessi e adattamenti. Secondo la 15ª edizione di Food-Fighting Obesity through Offer and Demand, un’indagine condotta da Edenred, molti lavoratori devono fare i conti con restrizioni economiche: per un italiano su cinque, infatti, il cibo rappresenta oltre il 40% del budget mensile, e quasi il 90% prevede ulteriori aumenti nei prossimi mesi.
Agnieszka Piszczek, chief partnership officer di Edenred Italia, sottolinea che «l’inflazione si accompagna a una crescente attenzione verso la corretta alimentazione e la lotta allo spreco, elementi che spingono il settore della ristorazione ad adeguarsi alle nuove esigenze». I dati evidenziano inoltre l’importanza dei buoni pasto come strumento per incrementare il potere d’acquisto e garantire la qualità dei pranzi. L’80% dei lavoratori italiani considera il buono pasto un supporto fondamentale, influenzando anche la scelta del ristorante. Per il 71% degli intervistati, l’assenza di questo benefit danneggerebbe significativamente il proprio bilancio, mentre un aumento del valore dei buoni spingerebbe 8 lavoratori su 10 a migliorare la qualità del cibo consumato.
Anche il mondo della ristorazione riconosce il valore dei buoni pasto: il 63% degli esercenti li considera essenziali per il proprio business, con benefici che spaziano dall’incremento del fatturato (58%) alla maggiore visibilità (56%). Tuttavia, l’inflazione pesa anche su questo settore, con la speranza che l’approvazione dell’emendamento al DDL Concorrenza – che uniforma le commissioni del settore privato a quelle già richieste nel pubblico – dia nuovo impulso a questo strumento di welfare a favore dei lavoratori. Il 70% degli operatori registra un calo o una stagnazione della clientela rispetto all’anno precedente, con un aumento significativo solo per il 14%.
Per attirare clienti, il 90% dei ristoranti punta sulla competitività dei prezzi, mentre il 74% si concentra su un’offerta più salutare, in linea con le aspettative di un pubblico sempre più attento alla salute. Un ristoratore su due ha anche cambiato fornitori per garantire prodotti più sani e locali, mentre il 60% utilizza ingredienti biologici. Questa sensibilità trova conferma anche nei lavoratori: l’80% ricerca opzioni salutari nei menu, motivati da esigenze di salute (70%) e attratti da proposte che includano verdure fresche (63%) e indicazioni nutrizionali dettagliate (45%).
In risposta a queste tendenze, nuove iniziative stanno trasformando la pausa pranzo in esperienze più consapevoli e personalizzate. A Milano, il progetto Ecooking Campus, ideato dallo chef Luigi Cassago presso il complesso Monterosa 91, si distingue come uno spazio unico orientato alla sostenibilità e al benessere. Aperto dalle 8 alle 2, con un approccio innovativo, elimina le tradizionali caratteristiche delle mense e valorizza la trasparenza della cucina, visibile in tutte le sue fasi e ottimizza l’esperienza del cliente.
Fonte: Il Sole 24 Ore