
Peaks & Valleys, il nuovo brand di Marilisa Allegrini che vuole rinnovare il vino veronese
«Spostiamo di fatto l’attenzione dalle singole denominazioni a un’identità vinicola veronese più ampia e lo facciamo tramite la valorizzazione del paesaggio, mettendo in connessione gli elementi topografici, geologici, climatici e culturali delle diverse aree – spiega Lonardi -. Peaks & Valleys non è solo un nuovo brand, è un progetto di rottura che rende Valpolicella, Soave e Lugana ambasciatrici di un’identità univoca ed espressione armonizzata del territorio sempre più meta attrattiva e ospitale». Da sottolineare in questo ambito che alla presentazione del progetto erano presenti anche i presidenti dei Consorzi di riferimento, il sindaco di Verona e il presidente della Provincia, a indicare il fatto che è un percorso che si vuole percorrere in sintonia con lo sviluppo dell’offerta locale a 360 gradi con il claim completo che recita: “Peaks & Valleys – Verona’s Landscape”.
«Mi sono immediatamente riconosciuta in questa idea – aggiunge Marilisa Allegrini, presidente del Gruppo -. Il punto di partenza si sposta dalla cantina del produttore alla terra che produce quell’uva; il fulcro è l’identità di un territorio che diventa sempre più interessante e attraente per il consumatore contemporaneo. Raccontiamo l’anima e l’identità della nostra amata Verona, la valorizziamo e la facciamo scoprire in modo completamente nuovo, le riconosciamo quella forte leadership che merita. È uno storytelling inedito che apre i confini del mondo del vino e lo promuove raccontando il paesaggio. Avevamo promesso di continuare a scrivere nuovi capitoli nella storia del vino, e oggi, con orgoglio, possiamo dire di aver onorato quell’impegno. È per me un privilegio raccontare queste due nuove iniziative, che testimoniano la dinamicità e la contemporaneità del nostro Gruppo, rafforzando al contempo il profondo legame d’amore che ci unisce a queste terre».
Peaks & Valleys seleziona i vigneti in base a criteri precisi: diversità del suolo (calcareo, vulcanico, morenico), clima, esposizione e altitudine (ogni vigneto è scelto per la sua specifica combinazione), varietà autoctone, sistemi di allevamento (spalliera, pergola tradizionale e moderna), età e patrimonio delle vite. Ed è votato all’autenticità: «Vengono esclusivamente utilizzati vitigni autoctoni, permettendo così a ogni vino di esprimere chiaramente il patrimonio veronese. Ogni vino del portfolio esprime così autenticamente la propria origine, rispettando al contempo gli standard contemporanei per i vini di alta gamma. Raggiungono naturalmente livelli moderati di alcol, rimanendo tipicamente inferiori a 12,5%», spiegano dal Gruppo. Queste le prime quattro nuove referenze: Valpolicella Classico Monte Lencisa Doc 2024; Lugana Selva del Vescovo Doc 2024; Soave Classico Castelcerino Doc 2024; Soave Classico Fittà Doc 2024.
La produzione di Villa Della Torre sceglie invece di valorizzare il proprio “Brolo” e i suoi dieci ettari di vigneto racchiuso da antiche mura. Il Valpolicella Classico Superiore (2021) e l’Amarone della Valpolicella (2020) sono vini che enfatizzano la freschezza, l’eleganza e la pulizia stilistica, dicono dalla Cantina: «Come spiega il claim del progetto “Leading regional stylist evolutions”, essi rappresentano un’evoluzione consapevole degli stili classici e introducono, pur nel rispetto più profondo della tradizione, nuovi standard con cui immaginare il futuro della Valpolicella».
«La tenuta è stata la prima della Valpolicella a introdurre la selezione ottica per la produzione dell’Amarone 2024. Inoltre viene praticato un appassimento più breve a basse temperature, per preservare la freschezza del frutto e le lunghe macerazioni che favoriscono complessità ed equilibrio tra tannini e acidità con influenza del legno volutamente minima», spiega Lonardi.
Fonte: Il Sole 24 Ore