Pensioni, in arrivo aumenti fino allo 0,8 per cento
A gennaio gli importi delle pensioni in pagamento saranno aumentati per adeguarli alla variazione dell’inflazione del 2024, stimata in +0,8 per cento. Tuttavia il ritocco non sarà per tutti, dato che sono esclusi i pensionati residenti all’estero con importi superiori al trattamento minimo mentre per le minime l’incremento sarà solo dello 0,30 per cento. Conseguenze della legge di Bilancio 2025 che, nonostante sia stata approvata in zona Cesarini, verrà applicata dall’Inps quasi tutta già a gennaio, senza la necessità di ricorrere a successivi conguagli come avvenuto in passato quando l’esame parlamentare della Manovra si è protratto fino agli ultimi giorni dell’anno.
La rivalutazione
A fine novembre è stato ufficializzato l’indice inflazionistico di riferimento, pari a +0,8% e, poiché non sono state prorogate le regole temporanee in vigore anche quest’anno, la rivalutazione dei trattamenti pensionistici viene effettuata in base alle regole contenute nell’articolo 1, comma 478, della legge 160/2019 (che a sua volta è intervenuto sulla legge 448/1998): viene riconosciuta l’inflazione piena per importi complessivi fino a quattro volte il trattamento minimo del 2024; l’adeguamento scende al 90% per la parte di trattamento superiore a quattro volte e fino a cinque; si riduce al 75% oltre cinque volte il minimo.
Si parla di trattamento complessivo in quanto per la rivalutazione si fa riferimento alla somma dei diversi assegni, qualora si percepisca più di una pensione (situazione non rara dato che le pensioni erogate sono pari a 1,4 volte il numero dei pensionati). Concretamente, ipotizzando un assegno di 3.000 euro lordi attuali, la parte fino a 2.394,44 euro sarà aumentata dello 0,8%; quella oltre tale importo e fino a 2.993,05 euro sarà incrementata dello 0,72%; i 7 euro scarsi rimanenti saranno rivalutati dello 0,60 per cento. Complessivamente l’assegno salirà a 3.023 euro.
Questo aumento è provvisorio, in quanto l’indice inflazionistico dello 0,8% è stato determinato in via previsionale (primi nove mesi del 2024 valori definitivi, ultimo trimestre valori stimati) e se il dato definitivo sarà differente a inizio 2026 si dovrà procedere a un conguaglio positivo o negativo. Operazione non necessaria quest’anno in quanto l’indice inflazionistico provvisorio e quello definitivo del 2023 sono risultati uguali.
I residenti all’estero
Esclusi dall’aumento sono i trattamenti complessivi di importo superiore al minimo incassate dai residenti all’estero. Infatti l’articolo 1, comma 180 della legge di Bilancio 2025, stabilisce che «in via eccezionale per l’anno 2025, la rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici…non è riconosciuta ai pensionati residenti all’estero, per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori al trattamento minimo Inps». Si tratta di circa 60mila pensioni, con conseguenti risparmi per circa 8,5 milioni di euro all’anno al netto degli effetti fiscali.
Fonte: Il Sole 24 Ore