Pensioni: in nove mesi le anticipate calano del 16,5%, crolla Opzione donna

Diventano sempre più visibili gli effetti della stretta sui canali di uscita anticipata scattata con la manovra varata lo scorso anno dal governo. Nei primi nove mesi del 2024 le nuove pensioni anticipate liquidate dall’Inps sono state 150.642, con un calo del 16,47% rispetto allo stesso periodo del 2023 quando gli “anticipi” erano stati 171.800. La riduzione maggiore si è registrata tra i commercianti (-23,8%) e tra i dipendenti pubblici (quasi -16%) e l’uscita è avvenuta mediamente prima dei 62 anni. A evidenziarlo è l’ultimo monitoraggio dei flussi di pensionamento effettuato dall’Istituto, presieduto da Gabriele Fava, dal quale emerge che si è anche leggermente alleggerito il numero complessivo di trattamenti pensionistici versati dall’ente: 577.061 tra gennaio e settembre di quest’anno contro i 579.121 rilevati 12 mesi fa. Cala ulteriormente anche il ricorso a Opzione donna: a tutto il 2 ottobre scorso i nuovi trattamenti pagati erano 2.749 mentre a fine settembre del 2023 erano 9.972.

In nove mesi liquidate 577.061 nuove pensioni: “solo” il 26% in forma anticipata

Nei primi nove mesi del 2024 l’Inps ha erogato in totale 577.061 nuove pensioni: erano 579.121 dodici mesi prima. Si riduce l’incidenza dei trattamenti anticipati che rappresentano il 26% dei nuovi assegni complessivamente liquidati. Il monitoraggio dell’Inps rileva che, in dettaglio, sono state versate 240.821 pensioni di vecchiaia (erano 220.584 nei primi nove mesi del 2023), 150.642 “anticipate”, 35.614 “invalidità” e 149.984 assegni ai superstiti.

La frenata nella corsa al pensionamento anticipato

Il giro di vite impresso dal governo Meloni con la scorsa legge di bilancio (e di fatto confermata con la manovra per il 2025 appena varata) per scoraggiare il ricorso ai pensionamenti anticipati, vincolando anzitutto Quota 103 al ricalcolo contributivo dell’assegno e dilatando le finestre d’uscita, sta funzionando. I nuovi trattamenti anticipati liquidati dall’Inps tra gennaio e settembre del 2024 si sono ridotti del 16,47% rispetto a quelli erogati nello stesso arco temporale dello scorso anno. Un calo che si è rivelato particolarmente marcato per la gestione dei commercianti: -23,8%. Ma il rallentamento è visibile anche per la gestione dei dipendenti pubblici (quasi -16%) e pure per il fondo pensioni dei lavoratori dipendenti (-14,8%).

«Anticipi» prima dei 62 anni

Nei primi nove mesi del 2024 chi ha optato per la pensione anticipata lo ha fatto prima dei 62 anni. Dalla rilevazione dell’Inps infatti emerge che per i dipendenti privati l’uscita in anticipo dal lavoro è stata in media a 61,2 anni.

Crolla Opzione donna

L’inasprimento dei requisiti e il restringimento della platea decisi dal governo negli ultimi due anni hanno provocato un crollo di Opzione donna, il canale di uscita anticipata, ora limitato ad alcune categorie di lavoratrici, ancorato al ricalcolo contributivo dell’assegno. Nei primi nove mesi dell’anno sono state liquidate appena 2.749 pensioni con questo strumento: erano 9.972 nello stesso periodo dello scorso anno e 11.594 in tutto il 2023.

Fonte: Il Sole 24 Ore