Pensioni, nel restyling della manovra minime a 623 euro e «silenzio-assenso»

Accelera la corsa al restyling della manovra. E anche il capitolo pensioni è nel mirino della stessa maggioranza per possibili ritocchi. Con Fi che spinge per far salire nel 2025 la rivalutazione rafforzata delle «minime» dal previsto 2,2% al 2,7%, con il risultato di far lievitare l’assegno a 623 euro, e Lega e Fdi che propongono una nuova fase di “silenzio-assenso” per la destinazione del Tfr alla previdenza integrativa. Ma per capire se queste proposte di modifica avranno veramente chance di ottenere il disco verde occorrerà attendere che la partita sugli emendamenti in commissione Bilancio alla Camera entri nel vivo. E una prima chiara indicazione arriverà il 20 novembre, quando, a meno di rinvii, sarà individuata la lista di circa 600 emendamenti “segnalati” da portare al voto.

La scrematura dei ritocchi della manovra

I gruppi parlamentari della Camera hanno presentato oltre 4.500 emendamenti alla manovra (circa 1.200 quelli della maggioranza). Ma la maggior parte di queste proposte di modifica non comincerà di fatto neppure la corsa. La vera battaglia sugli emendamenti in commissione Bilancio scatterà soltanto dopo che saranno stati individuati i circa 600 ritocchi “segnalati” da portare eventualmente al voto. Il termine per i correttivi da “segnalare” è ora fissato il 20 novembre: inizialmente era stato indicato il 18.

Fi in pressing sulle pensioni minime

Come annunciato fin dal varo della manovra, Fi sta intensificando il suo pressing per irrobustire l’importo delle pensioni minime che, con la rivalutazione “rafforzata” del 2,2% prevista attualmente dal disegno di legge di bilancio, nel 2025 dovrebbe salire a poco più di 617, 89 euro mensili dagli attuali 614,77 euro. Gli “azzurri” puntano a ripristinare la stessa perequazione del 2,7% prevista per il 2024 con l’obiettivo di portare sostanzialmente a 623 euro l’assegno delle pensioni minime. E proprio in questa direzione va un emendamento a firma dei deputati di Forza Italia Pella, Cannizzaro, Barelli e Nevi. Il costo di questo ritocco sarebbe di circa 100 milioni e la copertura finanziaria verrebbe ricavata pescando dal Fondo per le esigenze indifferibili.

Fdi e Lega: rafforzare la previdenza integrativa con un nuovo «silenzio assenso» per il Tfr

Fdi e Lega guardano soprattutto alla rafforzamento della previdenza integrativa anche per rendere più robusta la cosiddetta copertura previdenziale degli “under 35”. In particolare, entrambi i partiti con due distinti emendamenti propongono l’apertura di un nuovo semestre di “silenzio assenso” per la scelta da parte del lavoratore di spostare il trattamento di fine rapporto (Tfr) dall’azienda ai fondi pensione o altre forme “complementari”. Il ritocco a prima firma di Tiziana Nisini (Lega) indica la finestra tra il primo aprile e il 30 settembre 2025, mentre quello di FdI, che ha come primo firmatario il presidente della commissione Lavoro, Walter Rizzetto, scatta il primo gennaio. In assenza di un’indicazione da parte del lavoratore, trascorsi i 6 mesi, il datore di lavoro è chiamato, sulla base di entrambe le proposte, a trasferire il Tfr ai fondi pensione.

Fonte: Il Sole 24 Ore