Pensioni, tensioni su soglie 2027. Cgil: cancellati i tre mesi in più

Pensioni, tensioni su soglie 2027. Cgil: cancellati i tre mesi in più

Se non un terremoto, quasi. È quello che ha investito il “cantiere previdenza”, con tanto di scosse telluriche che hanno fatto fibrillare la stessa maggioranza. A innescarlo è stata la denuncia di giovedì della Cgil, che ha accusato l’Inps di aver già inglobato nei suoi “applicativi”, malgrado dal governo non sia arrivata ancora alcuna indicazione ufficiale, l’adeguamento delle pensioni all’aspettativa di vita atteso nel 2027, con un innalzamento di tre mesi della soglia per l’anticipo con i soli contributi versati (attualmente possibile con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e “41+10” per le donne, a prescindere dall’età) e di quella per l’accesso alla vecchiaia (ora a 67 anni). Un attacco respinto dall’Istituto presieduto da Gabriele Fava, che ha smentito l’applicazione di nuovi requisiti pensionistici. Ma ieri mattina è stato sospeso per manutenzione il servizio del simulatore Inps “la mia pensione futura”, che è poi ripreso dopo alcune ore. E, secondo la Cgil, in seguito all’aggiornamento risultava eliminati i tre mesi in più per l’accesso alla pensione dal 2027. Il tutto mentre le opposizioni andavano all’attacco del governo e dalla Lega arrivata un secco stop a qualsiasi aumento dell’età pensionabile. Allo stesso tempo, Forza Italia faceva sapere che sulla previdenza «le scelte non le fanno i tecnici, ma la politica».

A gettare acqua sul fuoco ci ha provato Fdi: «la pubblicazione, nelle procedure dell’Inps e senza avallo dei vertici dello stesso, di alcune tabelle relative ad un eventuale adeguamento della certificazione dei requisiti pensionistici, è stata dovuta, con ogni verosimiglianza, unicamente a simulazioni interne», ha sottolineato il presidente della Commissione Lavoro della Camera, Walter Rizzetto.

Una nuova giornata all’insegna del caos, insomma, dopo quella “agitata” di giovedì. Ad alimentarlo la gestione dell’adeguamento degli assegni alla speranza di vita, considerato anomalo dalla Cgil e dalle opposizioni soprattutto per il ruolo dell’inps, che avrebbe creato malumori nel governo. Un adeguamento che dopo alcuni anni di sostanziale congelamento per vari motivi, è atteso dal 2027. La Ragioneria generale dello Stato nell’ultimo rapporto sulle pensioni del 2024 non lo aveva di fatto indicato, anche se aveva fatto notare che la speranza di vita era tornata a crescere. A considerarlo quasi scontato era stato a ottobre il presidente dell’Istat Francesco Maria Chelli, ipotizzando un aumento della soglia di vecchiaia a 67 anni e tre mesi nel 2027. E questo, dalle prime indiscrezioni, sembrava essere anche l’orientamento del Mef, che però ufficialmente non si è ancora pronunciato.

Ma la Lega dice no all’aggiornamento dei requisiti. «Come Lega noi ci opporremo a questo aumento di ulteriori tre mesi», ha ribadito ieri a Sky il sottosegretario al Lavoro, e vicesegretario del Carroccio, Claudio Durigon. Per Flavio Cattaneo (Fi) un aumento della soglia pensionabile dal 2027 non è all’ordine del giorno. A questo punto resta da vedere che cosa farà il governo e se l’atteso decreto Mef-Lavoro indicherà l’ipotizzato ritocco di tre mesi. Intanto, dopo la manutenzione del simulatore, la Cgil mette nuovamente nel mirino l’Inps: fa marcia indietro e riporta nelle simulazioni le attuali regole sull’età di accesso alla “vecchiaia” e sui contributi necessari per il ritiro anticipato, «è un episodio increscioso».

Fonte: Il Sole 24 Ore