Per 10 milioni di famiglie la casa resta un miraggio

Per 10 milioni di famiglie la casa resta un miraggio

Inaccessibile come lo è il lusso più sfrenato per chi in tasca non dispone di fortune. La proprietà di una casa o semplicemente il suo affitto sono sogni proibiti per 10 milioni di famiglie. Lo spiega a chiare lettere l’Ance, l’associazione dei costruttori guidata da Federica Brancaccio, che oggi a Roma presenterà l’Osservatorio congiunturale 2025 con un focus sugli immobili. Un miraggio, ormai per moltissimi nuclei, quasi la metà di quelli italiani che in tutto sono circa 25 milioni. E dunque quando non si tratta di una vera emergenza abitativa c’è comunque lo scoglio dell’accesso al mercato che secondo i numeri di Ance non è solo un problema per i nuclei più fragili, ma anche per quelli il cui reddito è troppo alto per rientrare nei requisiti delle case popolari ma è troppo basso per soddisfare i prezzi del mercato libero. Un cul de sac. In testa, come da previsione, le città più importanti come Milano, Roma, Napoli e Firenze diventate proibitive soprattutto sul fronte degli acquisti.

Casa, un bene inaccessibile

Ma vediamo i numeri elaborati dal Centro studi dell’associazione dei costruttori. Il pivot è un indice che serve a misurare la quota di reddito disponibile che le famiglie devono destinare al pagamento delle rate del mutuo per l’acquisto di un’abitazione. Si tratta di una quota del reddito medio calcolata entro la soglia massima del 30%, oltre la quale comprare o affittare una casa diventa economicamente insostenibile. Secondo le rilevazioni dei costruttori per le famiglie meno abbienti, quelle cioé che rientrano nel primo quintile di reddito e dunque di media fino a 15mila euro, l’acquisto della casa sfonda la soglia di sostenibilità del 30% e raggiunge quota 38,8% su base nazionale. Peggio va nelle metropoli dove Milano si attesta all’82,9%, Roma al 61,4% e Firenze, con circa il 61 per cento. Va meglio alle famiglie della cosiddetta fascia grigia (secondo quintile di reddito che arriva di media fino a 24mila euro), per le quali l’indice si colloca al 24,9% e quindi al di sotto della soglia psicologica del 30 per cento. Ma anche qui per comprendere il dato bisogna guardare alle grandi città dove la situazione resta comunque difficile per l’ acquisto di un immobile. A Milano l’indice arriva al 54% e in questa fascia di reddito entra in scena Napoli con il 41% ex aequo con Firenze.

Anche gli affitti sono preclusi

Se per queste famiglie comprare una casa è nelle grandi città praticamente impossibile, non resta che rivolgersi al mercato delle locazioni. E anche qui Ance ha calcolato un indice di accessibilità ottenuto dal rapporto tra il canone annuo sostenuto per l’affitto di un immobile “tipo” da 80mq e il reddito disponibile della famiglia. Sono numeri meno drammatici ma comunque pesanti per le tasche delle famiglie. Qui per il primo quintile di reddito l’indice raggiunge il 36,1% nella media dei capoluoghi, con picchi che raggiungono il 70% a Milano e il 60% a Roma e Firenze. Per i nuclei della fascia grigia invece va un po’ meglio con una media del 23,2% su scala nazionale. L’emergenza resta circoscritta alle metropoli prese d’assalto dal fenomeno degli affitti brevi. Milano in questo caso si attesta al 46% della quota di reddito da destinare al pagamento del canone, mentre Firenze al 40% e la Capitale al 39 per cento.

Un nodo europeo

Se l’Italia piange, l’Europa non ride, dice Ance che da sempre mantiene un occhio rivolto alle dinamiche in atto nel Vecchio Continente. E se da un lato i Paesi dell’Unione presentano mercati immobiliari molto diversi l’uno dall’altro la crisi morde un po’ tutti e la questione dell’emergenza abitativa inizia a scalpitare anche sulla scena politica europea. Non a caso, dicono in Ance, è arrivata la nomina a Commissario per l’energia e l’edilizia abitativa di Dan Jørgensen che secondo i costruttori rappresenta un’assunzione di responsabilità chiara della Commissione europea. A chiudere il cerchio c’è poi l’incarico alla Bei di offrire gli strumenti finanziari per piani di offerta abitativa a canoni accessibili. Le grandi manovre sulla casa nella Ue sono iniziate con un messaggio chiaro: senza un tetto, soprattutto sulla testa dei giovani, niente sviluppo.

Fonte: Il Sole 24 Ore