Per l’Italia sono i Giochi delle donne, vinte più medaglie d’oro degli uomini
«Le donne hanno stravinto la loro personale competizione con i maschietti. Noi abbiamo vinto 12 ori e due prove miste, skeet e Nacra. Gli uomini hanno vinto 3 ori e le donne 7. A livello individuale 26 donne oro, 5 uomini, il rapporto è 1 a 5». Lo ha spiegato il presidente del Coni, Giovanni Malagò a Casa Italia nella conferenza stampa di bilancio dei Giochi di Parigi 2024. «Abbiamo sfatato il tabù di non avere mai vinto una medaglia con la pallavolo femminile ma è la sesta medaglia negli sport di squadra dal 1896 ad oggi. Delle 5 una era nel 1936 con Pozzo a cavallo dei mondiali di calcio e 4 della pallanuoto, 3 degli uomini e una con il Setterosa. Erano 20 anni che non vincevamo una medaglia di squadra e mai una donna aveva vinto una medaglia nei 10.000, la Battocletti», ha aggiunto Malagò.
La rivoluzione delle donne
Parole analoghe sono state espresse proprio da ct dell’Italvolley femminile, Julio Velasco, in conferenza stampa: «Noi viviamo una rivoluzione silenziosa che è la rivoluzione delle donne: ed è anche uno dei problemi della violenza che vediamo ogni giorno sulle donne. Ne è il prodotto, gli uomini non sanno accettare questo cambiamento». Velasco ha poi aggiunto: «Io spero e credo che dallo sport possano arrivare messaggi in questo senso positivi, dei passi sono stati fatti, Rita Levi Montalcini era l’unica a studiare medicina, ora sono le giovani sono la maggioranza. Sulla eguaglianza però c’è da fare molto, se penso anche solo alle retribuzioni e messaggi dello sport devono servire anche a questo. Siamo diversi ma i diritti devono essere uguali. Nel bagno degli aeroporti c’è fila solo a quello delle donne, perché progettato da uomini, E’ un discorso anche molto personale il mio, sono padre di femmine e nonno di femmine ci tengo a questo cambiamento».
Il bilancio di Malagò
Per il presidente del Coni, più in generale, è « stata una grande Olimpiade sotto tanti punti di vista, darei 8,5, alla fine grazie Parigi, grazie Francia. Abbiamo vinto 40 medaglie come a Tokyo. Era il nostro obiettivo e l’avevo dichiarato: ci siamo riusciti anche con una precisa, analitica situazione che ha caratterizzato in qualità il numero delle medaglie: due ori e tre argenti in più, oltre alla conferma di un ruolo da protagonisti nello scenario dello sport mondiale. Conoscevo benissimo le nostre possibilità di medaglia: quando ne hai così tante, molte le perdi per strada anche in modo rocambolesco, ma hai la possibilità di vincere in diverse discipline. C’è stata inoltre qualche polemica come in ogni Olimpiade, ma è stata una grande edizione sotto tanti punti di vista. Siamo passati da 67 a 79 atleti in finale, nei primi 8 posti. Abbiamo vinto la stranissima classifica dei quarti posti, sono stati 20: stiamo pensando al modo giusto per celebrare questi piazzamenti, senza dimenticare che chi arriva quarto entra nel club olimpico. E non dimentichiamo i 27 quinti posti: questo fa capire quanto sia stata qualitativa questa spedizione. Complessivamente i medagliati sono 80: una cosa di cui sono molto orgoglioso, anche perché siamo un Paese chiaramente multidisciplinare, forse come nessuno al mondo. Quando il nostro medagliere era meno ricco, alcune discipline incidevano molto: penso per esempio alla scherma e al tiro, mentre oggi 20 sport sono andati a medaglia». Insomma, per Malagò si è trattato «di una Olimpiade di successo. Siamo felici soprattutto per gli italiani, per la Nazione, per le persone che in modo incredibile hanno seguito i Giochi. Ho visto i dati incredibili di share, di audience, digitali e di visualizzazione. Ci siamo sentiti ganche responsabilizzati per fare grande nello sport il nostro Paese. Cosa che oggettivamente credo che dia prestigio all’intera nazione».
Il terzo mandato
Il terzo di Malagò al Coni si chiude a maggio 2025. Se il mondo politico non cambierà la norma consentendo anche per il Coni quello che è stato reso possibile per le federazioni e gli enti sportivi, cioè essere eletto presidente per un mandato successivo al terzo ma a condizione di superare il 67 per cento, a Milano Cortina Malagò non sarà più a capo del Comitato olimpico nazionale. «Spero che la politica usi il buon senso», è stato l’auspicio espresso da Malagò a Casa Italia, che non ha mancato di sottolineare le come lo abbiano deluso le parole del ministro per lo Sport. Andrea Abodi che ha sottolineato come sia necessario un cambio di poltrone anche nel mondo dello sport. «E’ stato fuori luogo. Non è solo un problema di stile. Io non l’avrei mai fatto», ha detto Malagò salutando i giornalisti.
Gli azzurri al Quirinale
Malagò ha ricevuto una telefonata e i complimenti del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il Presidente ha fissato al 23 settembre, alle ore 11.00, l’appuntamento con le delegazioni azzurre, olimpica e paralimpica, per la riconsegna della bandiera.
Fonte: Il Sole 24 Ore