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Per Poltronesofà l’Antitrust sospetta possibili pratiche scorrette
L’Antitrust ha avviato un’istruttoria nei confronti di Poltronesofà per possibile pratica commerciale scorretta. L’Autorità evidenzia che nelle continue campagne pubblicitarie su tutti i media la società emiliana non indicherebbe correttamente i prezzi e gli sconti pubblicizzati. In particolare, Poltronesofà nell’ambito di continue campagne promozionali, si legge in una nota dell’Autorità, enfatizzerebbe l’esistenza e la convenienza di prezzi ribassati e di percentuali di “sconto” – tra l’altro “a termine” (per esempio con lo slogan “termina domenica”) – calcolati rispetto a ben più elevati “prezzi pieni” che, nella sostanza, non verrebbero mai o quasi mai applicati dalla società. In tal modo Poltronesofà indurrebbe il consumatore ad acquistare i divani in promozione e ad assumere una decisione commerciale che altrimenti non avrebbe preso. Nella giornata di giovedì i funzionari dell’Autorità hanno svolto un’ispezione presso la sede di Poltronesofà con l’ausilio del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza.
Il Sole-24 Ore ha cercato di contattare, sia con email che telefonicamente, l’azienda per raccogliere la posizione del gruppo ma Renzo Ricci, ad delle società, preferisce non rilasciare interviste o commentare la vicenda.
La società è stata fondata nel 1995 a Reggio Emilia ed è diventata una piccola multinazionale presente in Francia, Belgio, Svizzera, Malta, Cipro e Gran Bretagna dove nel 2023 ha rilevato la totalità di ScS Group. In termini pubblicitari Poltronesofà è un big spender ed è al nono posto della classifica degli investimenti nel 2024 con circa 54,6 milioni. Un ammonimento è anche arrivato dall’Istituto di Autodisciplina pubblicitaria nel 2016 che ha portato all’eleminazione del claim «artigiani della qualità» dagli spot, perché non si tratta di una azienda artigianale, Per lo stesso motivo in Francia venne spiccata una sanzione.
Non è la prima volta che Poltronesofà finisce sotto la lente dell’Autorità Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Nel 2021 l’Autorità ha sanzionato per 1 milione di euro la società in quanto nel 2020 ha diffuso campagne pubblicitarie ingannevoli e omissive riguardo alle caratteristiche dell’offerta, soprattutto per quanto riguarda la durata temporale, l’estensione delle promozioni e l’entità degli sconti promessi. In particolare, l’Antitrust ha accertato la scorrettezza della promozione «Doppi saldi doppi risparmi – sconto 50% + fino a 40% su tutta la collezione + 48 mesi senza interessi», diffusa nel periodo 4 gennaio-9 febbraio 2020, per due aspetti. In primo luogo, e’ emerso che le condizioni effettive di vendita limitavano l’applicazione delle percentuali di sconto pubblicizzate soltanto ad alcuni divani in catalogo e con la composizione e il rivestimento esposto in negozio. In secondo luogo sono stati diffusi messaggi in cui l’offerta «48 mesi senza interessi» e’ stata inizialmente promossa con scadenza al 9 febbraio 2020. In seguito Poltronesofà ne ha prima anticipato la scadenza al 19 gennaio 2020 e poi l’ha ripresentata con l’originaria scadenza del 9 febbraio. Si tratta di un comportamento che può far pensare al consumatore di doversi affrettare all’acquisto perchè l’offerta sta per scadere, privandolo così del tempo necessario per prendere una decisione consapevole.
Era il novembre 2014 quando l’Antitrust multò per pubblicità ingannevole, la società. Quella volta la denuncia partì dall’associazione Altroconsumo che aveva puntato il dito contro una campagna pubblicitaria che indicava la scadenza degli sconti con l’impiego di termini assertivi quali «termina definitivamente domenica» o simili, mentre di fatto le promozioni venivano costantemente prorogate. La sanzione fu di 500mila euro e secondo l’analisi dell’Antitrust, «gli sconti sono sempre stati prospettati dall’azienda come fruibili nell’arco di un periodo di tempo limitato, ma di fatto sono stati ripetuti in successione nel periodo che va dal mese di ottobre 2013 almese di aprile 2014». Riscontrato dunque un comportamento da parte di Poltronesofà contrario «alla diligenza professionale».
Fonte: Il Sole 24 Ore