Per Stefano Ricci un 2023 record a 125 milioni: «La filiera al centro della crescita»
«Il 2023 è stato l’anno con il fatturato più alto della nostra storia, di 215 milioni, in aumento di circa il 43%. Quando sono entrato in azienda i nostri ricavi erano di circa 10 miliardi e raggiungere i 200 mi sembrava un sogno»: la soddisfazione pervade le parole di Niccolò Ricci, amministratore delegato dell’azienda fiorentina fondata dal padre Stefano Ricci e che ne porta il nome. «Siamo cresciuti del 40% in Asia, del 90% in Cina – prosegue -. Un grande obiettivo che ci ha condotto a investire ancora nella nostra produzione». Il riferimento è alla recente acquisizione dell’aretina Petrarca Confezioni, azienda fasonista le cui 70 maestranze specializzate in sartoria lavoreranno in esclusiva per Stefano Ricci: «Abbiamo già affiancato loro le nostre maestranze, per elevare ai nostri standard di qualità un livello già molto alto – aggiunge Ricci -. I primi capi stanno già uscendo e vediamo con soddisfazione che ci siamo riusciti».
In chiusura, poi, è un’altra acquisizione, quella di un pantalonificio sempre in provincia di Arezzo, per sostenere la crescita dell’azienda, ma anche per rafforzarne il legame già intenso con i collaboratori: «Durante il Covid, quando il lavoro è venuto a mancare, sarebbe stato più facile per noi evadere da soli quei pochi ordini che arrivavano. Invece abbiamo deciso di far continuare a lavorare anche nostri collaboratori, per aiutarli a superare quel momento difficile – nota Ricci -. Nel piano di ampliamento e riorganizzazione della produzione rientra anche l’imminente inaugurazione del nuovo hub logistico nella zona di Peretola, dove sposteremo anche il nostro centro di controllo qualità, un passaggio cruciale per noi. Si libereranno dunque circa 4.500 mq nella nostra sede di Fiesole, che dedicheremo ai nostri artigiani, dai sarti ai camiciai, dai pellettieri agli orafi».
Dei circa 800 dipendenti di Stefano Ricci, 500 sono in Italia e la maggior parte di essi si dedica alla produzione: «Per noi tutelare certi mestieri a rischio estinzione è un dovere», prosegue Ricci, che è anche co-ad dell’Antico Setificio Fiorentino, manifattura tessile risalente al 1786 e che Stefano Ricci ha rilevato (salvandolo dalla chiusura) nel 2010. «Mantenere in vita questo saper fare vuol dire farlo anche con noi stessi», sottolinea. E iniziative del genere, fra le quali rientrano anche il dono della nuova illuminazione di Ponte Vecchio e il restauro di alcuni volumi dell’Archivio di Stato di Firenze, sono molto apprezzate dai clienti, ai quali Stefano Ricci offre esperienze speciali nel mondo, «come la sfilata con cui a Luxor abbiamo celebrato i 50 anni, ma anche i recenti viaggi in Mongolia e alle Galapagos, dove sosteniamo organizzazioni per la tutela della natura e della cultura di quei luoghi. A breve partiremo di nuovo, ma non posso ancora svelare la destinazione», aggiunge.
Una clientela che negli ultimi anni ha cambiato il proprio senso del lusso: «Fino a qualche anno fa la nostra immagine era molto forte. Un’identità che manteniamo, per esempio nel nostro simbolo, la testa d’aquila, nei pellami pregiati. Ma oggi le nostre collezioni esprimono un lusso più intimo, meno visibile agli altri ma chiarissimo a se stessi, soprattutto attraverso la nostra grande qualità artigianale». Ecco dunque che le pellicce restano all’interno dei capi, e nella maglieria si utilizza l’Alpha yarn, un filato di cashmere dalla fibra di soli 13,5 micron di diametro raccolta in Mongolia in esclusiva per Stefano Ricci.
«Il primo trimestre di quest’anno si è chiuso già con un +15% – conclude l’ad – e con nuove, importanti aperture, come la boutique di Tashkent, in Uzbekistan, la terza a Sanya, in Cina, e quella nel Ritz Carlton di Hong Kong. Apriremo anche a Houston, in Texas, ed esordiremo in Vietnam con una boutique in licenza a Ho Chi Minh, per arrivare a circa 100 punti vendita entro la fine dell’anno, di cui 80 a gestione diretta. Stiamo crescendo, è vero, ma le aziende e il mondo hanno oggi più che mai bisogno di serenità, di pace».
Fonte: Il Sole 24 Ore