Peter Hawkings lascia Tom Ford

Un addio inaspettato quello di Peter Hawkings al marchio Tom Ford, che dirigeva da meno di un anno. Lo ha annunciato il gruppo Estée Lauder, cui Tom Ford nel 2022 aveva venduto per 2,8 miliardi di dollari la “sua creatura”, il marchio fondato nel 2006 dopo l’allontanamento da Gucci. La nota diffusa parla di un sostituto che verrà annunciato nel prossimo futuro e della presentazione della collezione primavera estate 2025 che verrà presentata a Milano a settembre, presumibilmente durante la fashion week.

Proprio alla settimana della moda di Milano, poco meno di un anno fa, Peter Hawkings aveva debuttato come direttore creativo di Tom Ford, portando in passerella una celebrazione della sexyness che il creativo (è un designer, ma anche un regista) aveva saputo interpretare già ai tempi di Gucci. Di Tom Ford, infatti, Peter Hawkings è stato ed è un cultore – aveva fatto su di lui perfino la tesi alla Central St Martins di Londra – e un collaboratore di lungo corso: ha lavorato al suo fianco per ben 25 anni. Quando è stato fatto il suo nome per la guida del nuovo corso di Tom Ford è sembrata una scelta naturale. Anche a lui: «È come se mi fossi preparato tutta la vita per questo momento (…) è un’evoluzione naturale, sia per il marchio sia per me», aveva detto in un’intervista a Vogue. La linea di abbigliamento e accessori fa capo al gruppo Zegna, che già dal 2006 produceva il menswear Tom Ford sotto la direzione creativa proprio di Hawkings. Nel primo trimestre 2024 (ultimo dato disponibile: a breve sarà diffuso anche il primo semestre) la business unit dedicata a Tom Ford ha generato 65 milioni di ricavi e il gruppo prevede di raddoppiare gli store a insegna Tom Ford.

«Voglio ringraziare Peter per la sua collaborazione da quando Tom Ford fashion è entrata a far parte del gruppo Ermenegildo Zegna – ha affermato Lelio Gavazza, ceo di Tom Ford fashion dal luglio 2023 -. Insieme al suo team, Peter ha contribuito a questa importante fase iniziale di sviluppo. Gli auguro tutto il meglio per il suo prossimo capitolo».

L’addio non è stato spiegato, ma è contestualizzato in un momento di generale rallentamento del mondo del lusso che, nel 2024, secondo le stime più rosee potrebbe arrivare a un +4% di ricavi (fonte Bain&Co.) e quindi ben lontano dai ritmi di crescita a cui i brand – e gli azionisti – erano abituati.

Fonte: Il Sole 24 Ore