
Petrolio e gas in picchiata: i fondi liquidano, disorientati da Trump
Dall’insediamento di Trump alla Casa Bianca, lo scorso 20 gennaio, fino al 25 febbraio (quando si ferma la visibilità sui dati) gli hedge funds hanno liquidato contratti sul greggio per 239 milioni di barili, con vendite più accentuate per il Wti, scatenate forse anche dal timore di difficoltà nelle consegne in borsa per via dei dazi contro Canada e Messico, osserva John Kemp, analista indipendente.
La posizione netta lunga (all’acquisto) sul greggio Usa si è ridotta in cinque settimane da 236 a 39 milioni di barili. E le liquidazioni dei fondi sono quasi certamente proseguite. Giovedì 6 il Wti scambiava intorno a 66 dollari al barile – un prezzo che inizia a mettere in difficoltà i produttori di shale oil Usa– mentre il Brent ha chiuso poco sopra 69 dollari, entrambi non lontani dai minimi triennali di mercoledì 5.
Quanto al gas, al Ttf il prezzo è sceso a 37,86 euro per Megawattora, sui livelli dell’autunno scorso e in ribasso di oltre il 30% dai picchi di metà febbraio. Anche in questo caso un ruolo determinante l’hanno avuto gli speculatori, che hanno ridotto l’esposizione rialzista netta ai minimi da luglio.
Il numero delle posizioni speculative “lunghe” – che si era spinto al record storico – è ora il più basso da tre anni, osserva Bloomberg. Ma questo non significa che i fondi abbiano cambiato orientamento in massa: in parte si sono semplicemente allontanati, come evidenziato dalle posizioni aperte (open interest), scese ai minimi da dieci mesi. «I trader stanno forse cercando di limitare i rischi visto che ci sono enormi incertezze riguardo all’accordo di pace Russia-Ucraina e al possibile ritorno del gas russo», osserva Han Wei, analista di BloombergNEF.
A complicare ulteriormente gli scenari ci sono anche le politiche europee. La Commissione Ue ha attenuato il rigore sugli obblighi relativi alle scorte, ma solo in minima parte, consentendo di rinviare dal 1° novembre al 1° dicembre il traguardo di riempire al 90% gli stoccaggi ai Paesi che lo richiederanno con un motivo giustificato. E nel frattempo ha proposto di prolungare gli obblighi fino al 2027.
Fonte: Il Sole 24 Ore