Peuterey sfida il cambiamento climatico. Ricavi a 69 milioni e redditività in salita

Peuterey sfida il cambiamento climatico. Ricavi a 69 milioni e redditività in salita

Strette tra il rallentamento del mercato e il cambiamento climatico che rende meno appetibili i capi pesanti, le aziende specializzate in piumini e giacconi si stanno interrogando sulle scelte stilistiche e sui cambiamenti da apportare alle collezioni, per andare incontro ai nuovi consumatori e tenere stretti quelli vecchi.

La toscana Peuterey che fa capo alla famiglia Lusini, posizionata sul segmento premium, si prepara a confermare i risultati dell’anno scorso (il bilancio chiuderà il 31 marzo 2025) e a lanciare sul mercato, nella primavera-estate prossima, la linea Première, dal gusto formale e sartoriale, che si amplierà poi nell’autunno-inverno.

«Si tratta di una collezione che guarda meno allo sportswear e più all’abbigliamento – spiega la presidente Francesca Lusini – e che va incontro al cambiamento climatico in atto. Le vendite della primavera-estate hanno dato buoni riscontri e ora stiamo proseguendo con l’autunno-inverno che fa leva sui tessuti lanieri, dalle giacche ai cappotti». Accanto a questa nuova linea, anche la collezione principale si è arricchita di capi transeasonal, adatti a stagioni non troppo fredde o molto calde, grazie a capi più leggeri di quelli ’tradizionali’ e spesso realizzati con materiali tecnici innovativi e performanti.

Per Peuterey, da sempre abituata ad essere identificata col piumino e col parka, si tratta di una transizione “dolce” verso il total look: nessuna intenzione di abbandonare il segmento che l’ha fatta crescere e prosperare, ma una evoluzione lenta verso nuovi orizzonti, compreso quelli più giovani che saranno declinati nella linea Plurals già esistente, un laboratorio creativo che si avvale di collaborazioni con designer e personaggi dello spettacolo.

Il Gruppo Peuterey ha chiuso il 2024 (al 31 marzo scorso) con 69 milioni di fatturato e un margine operativo lordo (ebitda) di 9,4 milioni di euro, cresciuto dal 10 al 14%. «Siamo soddisfatti della tenuta registrata in un contesto che presenta ancora tanti segnali di incertezza, dai tassi di interesse elevati, alle guerre e alle catastrofi ambientali – afferma Lusini – e soprattutto siamo soddisfatti del miglioramento dei margini». L’aumento di marginalità si lega, spiega il ceo e cfo Tiziano Bonacchi, al miglioramento dell’efficienza: «E’ stata ottimizzata la gestione della catena di fornitura in termini di pricing e di quantità – afferma – e abbiamo potuto contare sul calo del costo dei trasporti, con il prezzo dei container internazionali che si è notevolmente abbassato». Sui prezzi dei capi, invece, Peutery ha agito poco, con aumenti che l’azienda definisce «minimi».

Fonte: Il Sole 24 Ore