Piaggio Aero, via libera alla cessione ai turchi di Baykar
Dopo sei anni di amministrazione straordinaria, si sblocca la vertenza Piaggio Aerospace. Il ministero delle Imprese e del Made in Italy ha autorizzato i commissari straordinari di Piaggio Aero Industries e Piaggio Aviation, le due società che operano, appunto, sotto il marchio Aerospace, a procedere con la cessione di tutti i complessi aziendali alla società turca Baykar, azienda turca attiva nello sviluppo e produzione di sistemi Uav (veicoli aerei senza pilota) e tecnologie aerospaziali avanzate. Lo comunica il ministero stesso.
Nell’ambito dell’ultima procedura aperta per l’identificazione di un acquirente, spiega una nota, sono pervenute tre offerte definitive e vincolanti da parte di altrettanti player industriali internazionali per l’acquisto di tutti i complessi aziendali.
Tre le offerte ricevute
«Dopo un’attenta valutazione comparativa delle tre offerte ricevute – spiega il Mimit – la terna commissariale ha ritenuto che quella di Baykar fosse la più idonea a garantire gli interessi dei lavoratori dipendenti e dei creditori di Piaggio Aero e Piaggio Aviation e a rilanciare le prospettive industriali del gruppo».
Baykar, chiarisce il ministero, «si è impegnata a mantenere e potenziare sia le attività di produzione di aeromobili, compresi i relativi servizi di supporto tecnico, logistico e di formazione, sia le attività di manutenzione motori e di produzione di componenti motoristici».
La società ha sempre continuato a produrre
La società in questi anni, sotto la guida dei commissari Carmelo Cosentino, Vincenzo Nicastro e Giampaolo Davide Rossetti, è riuscita, afferma il Mimit, «a costruire un significativo portafoglio ordini in tutti gli ambiti di business, mantenendo dunque la piena operatività per tutto il periodo: una gestione che ha consentito a Piaggio Aerospace di onorare gli impegni presi con i propri clienti, autofinanziando l’attività senza dover ricorrere all’istituto della cassa integrazione straordinaria o al finanziamento bancario ovvero a contributi pubblici».
Fonte: Il Sole 24 Ore