
Piano di riarmo Ue, stop di Giorgetti: «Frettoloso e senza logica». E Gentiloni apre: «Va nella direzione giusta»
Sul riarmo europeo, a parte gli aiuti all’Ucraina che non sono in discussione, per Giancarlo Giorgetti, «altra cosa è la difesa e sicurezza europea che implica un programma ragionato e meditato di investimenti in infrastrutture militari che abbiano un senso, e non fatto in fretta e furia senza una logica. Ricordo che per comprare un drone o un missile supersonico, non si va al supermercato, ci vogliono investimenti pluriennali». Il piano di riarmo dell’Europa da 800 miliardi annunciato da Ursula von der Leyen crea una grana in più nella maggioranza. Dopo la bocciatura di Matteo Salvini, arriva anche quella del ministro dell’Economia. La Lega è compatta contro l’ipotesi di fare debito per le armi, alla vigilia del Consiglio straordinario proprio su difesa e Ucraina convocato per giovedì a Bruxelles, nel quale Giorgia Meloni illustrerà la posizione del governo italiano. Sarà un’occasione per approfondire il piano di von der Leyen e per chiarire le modalità di finanziamento e le tempistiche di erogazione delle risorse.
Il piano ReArm agita il Pd
Ma il piano ReArm lanciato ieri da Ursula Von der Leyen agita anche il Pd. Ieri Elly Schlein lo ha criticato senza mezzi termini. «Non è la strada giusta», ha detto la segretaria dem. Una bocciatura condivisa dalla sinistra dem, da Andrea Orlando a Roberto Speranza. Anche l’area riformista ha avanzato perplessità. Lorenzo Guerini ha parlato di «modifiche» necessarie al piano della presidente della commissione Ue. Tenendo ferma però una cornice precisa: l’esigenza «ineludibile» della crescita della difesa europea. Stamattina il dibattito tra i dem è andato avanti. Con le prese di posizione di big come Dario Franceschini e Paolo Gentiloni. Il primo ha fatto quadrato attorno alla segretaria: «Condivido le affermazioni di Schlein. Il piano di ’riarmo’ di Von der Leyen va profondamente rivisto perché non porta alla difesa comune europea ma al rafforzamento di 27 difese nazionali, peraltro finanziandolo coi fondi di coesione».
Gentiloni si smarca: piano von der Leyen va nella direzione giusta
Il secondo, invece, ha “ribaltato” il giudizio di Schlein: il piano Von der Leyen? E’ «un primo passo, credo vada nella direzione giusta», le parole dell’ex-premier. Per Gentiloni quel piano «è chiaro che può essere migliorato. Ma un conto è dire che va migliorato, altro dire che – per un titolo – l’Unione europea è bellicista e guerrafondaia» alludendo alla stroncatura del leader M5s Giuseppe Conte (che ha parlato di «furia bellicista»). E Schlein? L’ex-premier la mette così: «E’ un dibattito che va avanti, ognuno dà il suo contributo». L’ex-premier mette in rilievo alcuni punti del piano, in particolare il «fondo da 150 miliardi» che «è esattamente quello che l’Italia, governo e opposizioni, hanno chiesto in questi mesi. E’ un fondo comune basato su eurobond per finanziare i sistemi di difesa comune, interessa 15-20 Paesi, non tutti i 27, ma l’Italia è tra questi».
Tajani: Salvini non vuole l’esercito europeo? Io favorevole
Nella maggioranza Antonio Tajani difende la presidente della Commissione, presa di mira dagli alleati leghisti. «Io sono europeista, convintamente europeista, e se fossi convinto che questo fosse un governo anti-europeo non farei parte di questo governo» ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine dell’evento a Milano per la ricostruzione dell’Ucraina. E sulle divisioni con Salvini sull’esercito europeo, cristallizzate nel vertice di martedì sera a palazzo Chigi, Tajani ha aggiunto: «Ognuno ha le sue opinioni, io sono favorevole. Noi siamo sempre stati, lo ribadiamo, favorevoli alla difesa europea». Toccherà alla premier Giorgia Meloni fare sintesi.
Fonte: Il Sole 24 Ore