Piastrelle fatte di scarti e lastre antibatteriche,l’innovazione sostenibile domina a Cersaie

Piastrelle realizzate totalmente in materiali riciclati, spessori più sottili che riducono i consumi di materie prime ed energia dell’80%, lastre più grandi che eliminano le fughe e quindi l’uso di sigillanti e chimica, tecnologie che riducono la proliferazione batterica, soluzioni estetiche tridimensionali che trasformano la ceramica in pietre, legni e terracotte con tale verosimiglianza che cave di marmi e foreste di conifere possono restare intatte. Sono le novità principali che si apprezzano passeggiando tra gli stand di Cersaie, dove sono i marchi italiani a dominare, tra i 15 padiglioni e i 606 espositori di questa partecipatissima 41esima edizione 2024.

E se l’estetica e il design a volte non bastano a capire la differenza tra un prodotto Made in Italy e uno della concorrenza (ci sono 230 espositori stranieri, da 35 Paesi diversi), sono le informazioni sui processi produttivi a spiegare la qualità superiore di piastrelle e sanitari realizzati tra il distretto di Sassuolo in Emilia e quello di Civita Castellana in Lazio: 100% degli scarti crudi e cotti recuperati, 100% di acque reflue riutilizzate, 47% di energia elettrica autoprodotta, 99% delle emissioni di polveri eliminate, tanto che oggi la concentrazione dei inquinanti emessi dagli impianti ceramici italiani (particolato, fluoro e piombo) è addirittura inferiore ai limiti riportati nelle BAT (Best Available Technology).

La collezione Intense nello stand di Lea Ceramiche, brand di Panariagroup (multinazionale di Finale Emilia da 1.700 dipendenti e 400 milioni di euro di fatturato) è la sintesi di questo connubio tutto italiano della sostenibilità al servizio del design: il gres porcellanato riproduce con estremo realismo le caratteristiche estetiche e materiche del limestone di origine calcarea, una pietra sedimentaria ricca di granulosità e micro-inclusioni fossili, che ricreano superfici tridimensionali e tattili estremamente naturali. Dietro però ci sono investimenti per 120 milioni di euro, negli ultimi cinque anni, che hanno permesso all’azienda di produrre, prima nel settore, lastre sottili 100% carbon neutral, grazie alla compensazione delle emissioni di CO2, in fabbriche dove si recuperano tutti gli scarti e le acque di lavorazione, il 98% dei rifiuti e il 90% degli acquisti a filiera corta, da fornitori locali.

Nell’area Start-Up promossa da Agenzia Ice con Edi.Cer, nella mall del padiglione 37 di BolognaFiere, spicca la soluzione di Reco2, azienda creata da quattro giovani di Pontecorvo, in Lazio, che ha brevettato un processo e una tecnologia 100% Made in Italy che abbatte del 95% delle emissioni CO2 e di oltre l’80% i consumi energetici rispetto ai materiali naturali e utilizza 100% di materie prime riciclate. Si chiama Vytreum, è un mattoncino da esterni ottenuto da scarti di vetro, acciaio e cava che vengono solidificati senza cottura grazie a una soluzione chimica brevettata, pensato per pavimentazioni e arredo urbano sostenibili. Ed è già allo studio un terzo brevetto per trasformare in mattone anche scarti agroalimentari.

Coem, azienda del distretto sassolese con una novantina di milioni di euro di fatturato e 275 dipendenti nei due siti di Fiorano Modenese e Roteglia, da sempre sinonimo di alto di gamma e sostenibilità, ha portato a Cersaie la sua filosofia “natured based”, ossia una gamma di superfici che imitano la pietre e i materiali naturali riducendo però al minimo l’impatto ambientale, attraverso l’utilizzo di energie rinnovabili nei processi di fabbricazione e il recupero di materiali e scarti: ha da poco completato l’installazione di un impianto fotovoltaico nello stabilimento principale e di un cogeneratore a Roteglia, ottenendo la certificazione secondo la nuova norma di sostenibilità delle superfici ceramiche ISO 17889-1. La collezione “Material Evolution” già nel nome indica il percorso intrapreso per non limitarsi all’imitazione della natura ma per superarla, attraverso superfici che sovraperformano le loro controparti naturali in termini di durata, resistenza e facilità di manutenzione, replicandone nel contempo l’infinita varietà di forme, texture e colori.

Fonte: Il Sole 24 Ore