Piccoli e grandi capolavori da museo

Piccoli e grandi capolavori da museo

Per mettere insieme una collezione degna di un museo non bisogna avere i milioni. Basta conoscere la storia. Lo dimostra il nuovo allestimento del Kunstpalast di Düsseldorf, dove il direttore Felix Krämer ha esposto i suoi ultimi acquisti. Tra questi un dipinto di Sally von Kügelgen, artista tedesca che ha vissuto a Roma dal 1890 fino alla morte, nel 1928. Il suo «Cupido che infilza una freccia in un cuore», dipinto con inaspettato realismo, è stato aggiudicato presso una piccola casa d’aste della città a soli 6.000 €. Ora il suo valore artistico è riconosciuto e anche il mercato dell’artista può giovare dell’ingresso nella collezione museale.

Le donne tra i Maestri antichi

“L’attribuzione non era certa” ha commentato Krämer, “ma noi ci abbiamo creduto. In un mondo dell’arte dominato dagli uomini, spesso le firme delle donne venivano cancellate per vendere meglio i dipinti”. Ma i tempi sono cambiati. Ora le istituzioni vanno a caccia di artiste sottovalutate e di narrazioni alternative al canone. Il trucco, spesso, è scavare nei cataloghi delle case d’aste minori. Presso la svedese Stockholms Auktionsverk il museo ha trovato a 22.000 € un dipinto di Emilie Preyer, anche lei, come Sally von Kügelgen, figlia di artista (alle donne non era permesso studiare all’accademia, per cui venivano educate dai padri pittori), che in vita ha avuto una carriera di successo grazie alle sue nature morte con uva, pesche e coppe di champagne. Un piccolo disegno di Rosalba Carriera, invece, è stato acquistato da Dorotheum a Vienna a 12.300 €. Per i suoi acquisti, il museo, fondato alla fine degli anni 20, ha a disposizione 350.000 € da parte della città, che ha investito altri 50 milioni nella ristrutturazione durata tre anni. La collezione conta 130.000 pezzi tra opere d’arte e oggetti dal 1.100 a oggi, in parte derivati dalla raccolta del museo di arti decorative, chiuso nel 1927 e confluito nel Kunstpalast.

Visioni contemporanee

Anche tra i contemporanei si punta ad aumentare le artiste in collezione: nel 2019 è stato comprato un paesaggio astratto di Merrill Wagner, americana, classe 1935, moglie di Robert Ryman, giusto in tempo prima che i prezzi salissero con l’ingresso nella scuderia di David Zwirner. Tra le giovani, il Kunstpalast ha acquistato una piccola opera di Talisa Lallai, tedesca di origini italiane (price range 2.000-8.000 €).
Ma l’idea è anche quella di abbattere le gerarchie tra i generi artistici, ponendo le arti decorative sullo stesso piano delle belle arti, per cui tra i dipinti compaiono anche vestiti e arredi, come una toletta anni 80 dell’architetto e designer Michael Graves, autore del famoso bollitore con l’uccellino di Alessi, comprata all’asta nel 2020 (prezzi sui 12-23.000 €). Addirittura, il museo ha deciso di acquistare un paio di sandali Birkenstock, ormai iconici, e un sacchetto di plastica del supermercato Aldi. In pochi sanno, infatti, che è stato disegnato dall’artista Günter Fruhtrunk, ora in mostra alla Lenbachhaus di Monaco. Un oggetto passato tante volte tra le mani ma oggi, con l’eliminazione della plastica, diventato introvabile e prezioso. Ma il museo è arrivato anche ad acquistare uno storico bar di Düsseldorf, ricostruito nelle sale del museo e funzionante nelle sere dei weekend, anche quando il museo è chiuso. Si chiama Creamcheese ed è stato aperto nel 1967 dall’artista del Gruppo Zero Günther Uecker, influenzato dagli spettacoli di Andy Warhol visti a New York. Il locale è un’opera d’arte totale in cui sono intervenuti gli artisti dell’epoca, tra cui un trentacinquenne Gerhard Richter con una grande pittura parietale rappresentante un nudo di donna.

La svolta femminista

Un altro esempio di come i musei guardano al futuro, rinnovandosi attraverso l’inserimento di nuove narrazioni nelle collezioni, è rappresentato, sempre a Düsseldorf, dal K20 che insieme al K21 costituisce il complesso Kunstsammlung Nordrhein Westphalen ed è il museo statale della Renania settentrionale. Da quando sei anni fa è arrivata la direttrice Susanne Gaensheimer, in ogni sala del museo ha inserito almeno un’opera di un’artista donna o di un artista globale. La storia della collezione, infatti, è profondamente “machista”, fatta di singoli capolavori di grandi nomi della storia dell’arte, come Paul Klee, Matisse, Picasso, Kandinsky, Ernst Ludwig Kirchner, che il primo direttore del museo, Werner Schmalenbach, ha acquistato a partire dalla nascita dell’istituto nel 1961.
Il museo, finanziato per due terzi dallo stato e per un terzo attraverso il fundraising (ogni anno deve raccogliere circa 3-5 milioni di €), ha un budget per le acquisizioni pari a 2 milioni l’anno, che usa per acquistare opere fino a poco tempo fa sottovalutate ma che ora stanno già segnando prezzi significativi sul mercato. Adesso, accanto a Matisse c’è Etel Adnan, mentre di fianco a Kandinsky è esposta Gabriele Münter, sua compagna di vita, ma anche artista la cui ricchezza artistica è stata scoperta solo negli ultimi decenni. Un’altra tedesca oggi considerata fondamentale per la storia dell’arte moderna è Paula Modersohn-Becker, con il suo linguaggio essenziale. Il suo «ritratto di ragazza con camicia a quadri» del 1904 è stato acquistato nel 2021; nel 2018 era andato invenduto all’asta da Grisebach a Berlino con una stima di 300-400.000 €. Di fianco all’espressionista Franz Marc c’è la moglie Maria Marc, anche lei pittrice, ancora completamente sconosciuta. Il suo corpus di opere arriva solamente a 50-60 esemplari, per cui è molto difficile costruire un mercato. All’asta i suoi quadri arrivano a 15.000 €, ma dopo la morte del marito si è dedicata ai tessuti e agli arazzi, che l’hanno portata nel giro del Bauhaus.

Fonte: Il Sole 24 Ore