Pignoramenti, meno procedure ma tempi più lunghi

Nonostante la riforma Cartabia abbia profondamente rimaneggiato il Libro III del Codice di procedura civile al fine di snellire le attività procedurali e velocizzare l’esecuzione forzata, i risultati auspicati stentano a realizzarsi: difatti la diminuzione dell’8% dell’arretrato 2023 (269mila procedure in attesa di definizione, di cui 121mila immobiliari), confermando una tendenza in atto da vari anni (nel periodo 2015-2022 le esecuzioni pendenti sono diminuite mediamente proprio dell’8% l’anno), più che all’efficientamento procedurale è imputabile alla dinamica dei nuovi pignoramenti annui ridottisi, nell’ultimo decennio, da 472mila a 249mila per le mobiliari e da 74mila a 39mila per le immobiliari.

Osservando lo spaccato territoriale, in una cornice di stabilizzazione delle esecuzioni immobiliari sopravvenute su valori inferiori del 30% rispetto a quelle ante Covid, le flessioni più accentuate riguardano le circoscrizioni di Sondrio (-47%), Ferrara (-44%) e Nola (-42%); diversamente registrano pignoramenti in aumento cinque tribunali localizzati in Calabria (Cosenza +234% e Locri +13%) e in Sicilia (Barcellona Pozzo di Gotto +2%, Caltanissetta +62% e Gela +13%); tra i maggiori fori, a Milano flettono del 34%, a Roma del 30%, a Torino del 28%, mentre Napoli (-24%) registra una dinamica inversamente proporzionale alla media nazionale.

Sul fronte delle chiusure, dopo l’aumento progressivo del 2021 (+70mila) e 2022 (+15mila), nel 2023 le esecuzioni civili definite (323mila) hanno subito una battuta d’arresto rispetto al 2022 (366mila).

In relazioni a singoli tribunali, in ben venticinque sedi i pignoramenti chiusi sono stati inferiori a quelli iscritti con punte negative di clearance rate di 0,750 a Trieste, 0,868 a Rimini, 0,886 a Lanusei e 0,882 a Reggio Calabria. Le migliori performance si registrano, invece, a Santa Maria Capua Vetere, Palmi e Brindisi con un tasso di liquidazione rispettivamente di 1,977, 1,828 e 1,603.

Per diretta conseguenza di quanto sopra analizzato, la durata media delle procedure immobiliari (la cui tempistica premeva di ridurre maggiormente delle mobiliari) nel 2023, risultando di ben 1.918 giorni, è inferiore solo al 2020 sul quale però aveva inciso la sospensione per la pandemia. Dalla suddivisione per sede emerge che in quindici fori l’aumento è superiore ad un anno con punte di 2,1 a Grosseto, 1,8 a Pescara e 1,7 a Larino. Diversamente Vasto scende di 1,9 anni, Luca di 1,7 e Barcellona di 1,5. In valore assoluto il tribunale di Gorizia guida la classifica con una durata di appena 1,8 anni seguita da Trieste e Bolzano a 1,8 anni; con una tempistica media di chiusura delle procedure ancora superiore a 10 anni troviamo Potenza e Matera.

Fonte: Il Sole 24 Ore