
Pinko, nuova governance e alleanze in Cina per il rilancio
Una partnership strategica in Cina per recuperare terreno nel gigantesco mercato asiatico. Una nuova governance, affidata a Laura Manelli, fresca di nomina a amministratore delegato. A pochi mesi dalla richiesta al Tribunale di Parma di ratificare l’istanza delle misure protettive al patrimonio (procedura prevista dal codice della crisi di impresa e dell’insolvenza, che ha sostituito la vecchia legge fallimentare) Cris Conf pianifica il rilancio proprio partendo dalla Repubblica Popolare. Vale a dire da quello sbocco commerciale che per l’azienda di Fidenza, nel parmense, proprietaria del marchio Pinko, aveva costituito l’innesco della crisi di liquidità che alla fine dello scorso anno l’ha portata davanti ai giudici. Ottenuta la ratifica dal Tribunale, poche settimane fa Cris Conf ha ottenuto anche l’autorizzazione a ricorrere ai finanziamenti bancari.
Il piano di risanamento e di espansione in Asia
La nuova governance – che ha i requisiti di indipendenza e competenza richiesti dalle banche creditrici e dal Tribunale – è un tassello del piano di risanamento e di espansione. Compito di Manelli, che vanta una consolidata esperienza nel settore del lusso per varie maison, guidare la ripresa del brand (insieme a lei, nel cda, Flavio Sciuccati, Alberto Colombo e Andrea Orlandi, mentre la presidenza resta nelle mani del fondatore Pietro Negra).
Cris Conf, che conta in Italia oltre 550 dipendenti, ai quali vanno aggiunti i circa 700 impiegati nel resto del mondo, in Cina ha una rete di oltre 100 boutique. Una esposizione che a fronte del crollo dei consumi nel Paese asiatico, aveva portato l’azienda a rivolgersi ai giudici per avviare il negoziato con le banche. Poche settimane fa l’accordo con Lima Commercial Management Co di Shanghai, società che opera nel settore del fashion retail, con una profonda conoscenza del complesso mercato cinese. «Grazie all’esperienza e alle capacità operative di Lima, unita alla solidità del nostro brand in Cina, saremo in grado di adattarci con maggiore agilità alle evoluzioni del settore e di consolidare la nostra posizione in Asia», dice Negra, che ha fondato l’azienda nel 1985 insieme alla moglie Cristina Rubini. Il primo passo verso la ripresa.
Dopo aver chiuso il 2023 con un fatturato di 300 milioni di euro l’anno scorso Pinko ha registrato ricavi per 270 milioni. Una contrazione dovuta alla riduzione della rete cinese di punti vendita (alcuni sono stati dati in gestione a Lima). Il crollo delle vendite in Cina aveva innescato la crisi dell’azienda, nata come produttrice di alcuni marchi di moda. Con il lancio di Pinko – diventato all’inizio degli anni Duemila un brand internazionale – Cris Conf si era concentrata sulla moda pronta per poi virare verso il pret-à-porter femminile, con il varo di un piano di espansione a livello globale.
Fonte: Il Sole 24 Ore