Più credito per l’auto, insolvenze all’1%. Noleggio in contrazione
Nel primo semestre del 2024 il settore Automotive italiano ha registrato un aumento significativo nel ricorso al credito, sia attraverso prestiti finalizzati che leasing, con una crescita del 7,7% rispetto allo stesso periodo del 2023. Questo trend positivo si riflette anche negli importi medi erogati, aumentati del 5,7%, che si attestano su un valore medio di circa 20.400 euro. Tali incrementi sono correlati alla ripresa del mercato delle immatricolazioni: +5,4% per le auto nuove e un ancora più marcato +8,4% per il mercato dell’usato. Queste alcune delle evidenze emerse nel Market Outlook sulla Mobility realizzato da Crif, azienda globale specializzata nella gestione di sistemi di informazioni creditizie e di business, che fornisce periodicamente una fotografia dei principali indicatori relativi all’andamento del credito a privati, ditte individuali e società di capitali italiane, elaborati sulla base del patrimonio informativo del Sistema di Informazioni Creditizie Eurisc. Nonostante il lieve aumento delle insolvenze, passate dallo 0,9% all’1%, il livello di rischiosità resta contenuto e inferiore ad altre tipologie di credito al consumo. I marcati cali negli ultimi mesi, da luglio a ottobre, potrebbero cambiare il quadro. Ma fare previsioni è più che mai difficile.
«A livello italiano ed europeo – commenta Simone Capecchi, executive director di Crif – l’Automotive sta sicuramente affrontando uno dei periodi più complessi e difficili da interpretare in ottica di generale rilancio. Dal nostro osservatorio dedicato sul credito rileviamo una tendenza positiva per quanto riguarda il settore dei finanziamenti auto e leasing, con una crescita nei primi 6 mesi dell’anno che può essere considerata come un’iniezione di fiducia per il settore. Il livello di rischiosità creditizia del finalizzato auto è in lieve aumento ma rimane ampiamente sotto controllo». Un andamento che dovrebbe essere confermato a fine anno. «Non ci dovrebbero essere peggioramenti significativi in termini di rischiosità; se consideriamo che il rischio è rimasto contenuto anche nei mesi di incremento dei tassi di interesse e le attese sono per ulteriori tagli», precisa Capecchi.
Secondo i dati Eurisc, la tendenza positiva dei primi sei mesi ha coinvolto principalmente le società di capitali (che pesano per il 22,5%), con un incremento dell’8,9% nei finanziamenti erogati, mentre le ditte individuali (6,8%) mostrano una contrazione del 2,5%. L’importo medio dei finanziamenti per le società si distingue per essere superiore, toccando i 31.300 euro, rispetto ai 17.200 euro medi destinati ai privati (che pesano per il 70,9%).
Le captive e le società specializzate, ovvero i finanziatori collegati alle case automobilistiche, consolidano la propria posizione di leadership, guadagnando un 2% di quota di mercato nel segmento dell’auto nuova. Queste realtà si concentrano per l’83% del finanziato nel nuovo, mentre le finanziarie generaliste si fermano al 46%. Tale dinamica riflette una maggiore specializzazione e capacità di adattamento di captive e specializzate (65% del mercato) rispetto alle generaliste (35%), che sembrano risentire di una maggiore concorrenza nel segmento dell’usato. «Le captive – osserva ancora Capecchi – rappresentano un modello di vendita premiante nel quale auto e finanziaria coincidono. Inoltre, sono più forti sul mercato del nuovo, e le immatricolazioni in Italia nel 2023 e prima metà del ’24 sono andate bene».
In controtendenza rispetto al credito auto, il mercato del noleggio registra una contrazione dell’8%. Questo calo rappresenta un’inversione di tendenza rispetto alla stabilità degli anni precedenti. Le erogazioni relative al noleggio sono in gran parte concentrate su società di capitali, che rappresentano oltre il 75% del totale finanziato. Tra i privati, prevalgono i clienti con più di 50 anni. Il calo nel noleggio potrebbe indicare una fase di assestamento per le formule di mobilità alternativa, rendendo fondamentale una strategia di mercato più mirata da parte degli operatori del settore.
Fonte: Il Sole 24 Ore