Pneumatici fuori uso, dal riciclo un ritorno economico di 59,7 milioni

Non più rifiuti ma risorse. Dal riciclo degli pneumatici fuori uso nuova economia e un contributo alla tutela dell’ambiente. Con la gomma che, una volta trattata, si trasforma in nuova materia prima. Il tutto in una partita che vale una sessantina di milioni di euro e produce risparmi di materie per oltre cento milioni contribuendo, allo stesso tempo, all’abbattimento delle emissioni di anidride carbonica. In questo contesto, a operare in una rete che copre l’intero territorio nazionale, è il consorzio Ecopneus, organismo senza scopo di lucro, che si occupa di ritirare e riciclare gli pneumatici giunti a fine corsa, in un percorso che cresce di anno in anno.

I numeri, tra riciclo e risparmi

I numeri del 2022, presentati i giorni scorsi a Ecomondo, sono eloquenti: il consorzio ha raccolto e gestito 230.000 tonnellate di pneumatici fuori uso. Un dato che, come sottolineano i responsabili dell’organizzazione, «ha superato i target legali, risparmiando 1,5 milioni di metri cubi 3 d’acqua e 336.000 tonnellate di materie prime». Non solo: «Nel 2022, la filiera Ecopneus ha generato 59,8 milioni di euro, con 51,7 milioni destinati alle imprese associate».

La responsabilità sociale

Legato al riciclo c’è poi l’aspetto ambientale: «La gestione degli pneumatici fuori uso nel 2022 ha fruttato 127 milioni di euro in risparmi e – sottolineano ancora – ha evitato 300.000 tonnellate di CO2. A questi risultati si aggiungono oltre 600.000 tCO2eq (tonnellate di anidride carbonica equivalente) risparmiate grazie al recupero energetico e al co-processing». Senza dimenticare poi la riduzione della dipendenza da costose importazioni di materie prime. Proprio per valorizzare questo aspetto il consorzio, da qualche anno, ha deciso di investire circa due milioni di euro l’anno in ricerca. Anche alla luce dell’utilizzo che viene fatto sia nella realizzazione di infrastrutture sia per la costruzione di superfici sportive, sino ad arrivare ai combustibili alternativi a quelli fossili.

I nuovi prodotti

I risultati del riciclo sono già visibili e interessano diversi settori. Si passa dalle strutture sportive presenti in diverse parti d’Italia, alle barriere in gomma da sistemare sotto i guard rail per continuare con il polverino per la realizzazione degli asfalti. «Sfruttare il potenziale energetico degli pneumatici fuori uso cercando nuove soluzioni nel campo degli asfalti e valorizzando le potenzialità del riciclo chimico, come la pirolisi, sono sfide che ci spingono a dare il meglio – argomenta De Martino-. La chiave è l’innovazione, essenziale per rispondere alle esigenze in evoluzione del mercato italiano della gomma riciclata. La nostra dedizione non si limita solo al presente, affrontiamo il futuro con un approccio consapevole delle complessità che ci aspettano, ma determinati a preservare una filiera strategica per il Paese».

Fonte: Il Sole 24 Ore