Polestar 3, abbiamo provato il maxi-suv elettrico: ecco cosa offre, come va e quanto costa

La lunga marcia di avvicinamento alla commercializzazione della Polestar 3 iniziata nel 2022 si conclude in questo periodo. Il maxi-suv elettrico del brand basato a Göteborg in Svezia ma ora completamente sotto il controllo della Geely dopo che Volvo ha ceduto la sua partecipazione alla casa cinese, prodotto in Cina Chengdu e negli Stati Uniti nella Carolina del Sud, è il primo ruote alte della Polestar nella quale svolge anche il ruolo di ammiraglia. Per la cronaca, è in arrivo anche il suv-coupé Polestar 4, un po’ più piccolo e tecnologicamente molto differente dal suv che fa l’ammiraglia. Dopo questo modello la line up Polestar si allungherà ancora. Infatti, arriveranno nel 2025 la berlina fastback 5 e nel 2026 la roadster 6, anch’esse ovviamente full-electric.

Polestar 3, due potenti powertrain e maxi-batteria

Il maxi-suv è la prima auto del marchio basata sull’architettura Spa 2.0 della Volvo sviluppata appositamente per i modelli full-electric, ma facilmente è anche l’ultima che utilizzerà questa piattaforma in quanto le prossime Polestar si baseranno su componenti progettate internamente. Polestar 3 si declina in due varianti definite entrambe Long Range e dual motor a trazione integrale: una ha un powertrain con 489 cavalli e 840 Nm di coppia, l’altra grazie al Performance Pack mette in campo 517 cavalli e 910 Nm di coppia. Entrambe sono alimentate da una grossa batteria agli ioni di litio da 111 kWh, ma che per i differenti picchi di potenza delle due versioni assicura percorrenze differenti: 631 chilometri nel caso della Dual Motor normale, 561 chilometri in quello della variante più potente che conclude lo scatto da 0 a 100 all’ora in 4”7 anziché in 5”0, ma che raggiunge anch’essa i 210 orari. La ricarica della batteria dal 10 all’80% in corrente continua a 250 kW si effettua in mezz’ora, mentre per un pieno completo con la corrente alternata a 11 kW occorrono undici ore. La Polestar 3 adotta di serie sospensioni pneumatiche attive, impianto frenante Brembo e vettorizzazione a gestione elettronica della motricità del retrotreno.

Polestar 3, digitalizzazione all’ennesima potenza

Il corredo tecnologico della Polestar è completato dalla digitalizzazione estrema trasmessa dai display da 9” della strumentazione e quello verticale centrale da 14,5” dell’infotainment da cui si gestisce praticamente ogni configurazione, funzionalità e servizio della vettura arrivando, persino, al paradosso che per aprire il cassettino nella plancia bisogna scorrere i menù e cliccare sullo schermo. Il sistema poggia su un sistema operativo Android Automotive Os con interfaccia sviluppata da Polestar con app e servizi Google integrati, che interagisce con Snapdragon Digital Chassis per la connettività in cloud e Nvidia Drive per l’elaborazione dei dati raccolti dai dodici sensori a ultrasuoni, dai cinque radar e dalle altrettante telecamere nonché dal sensore Lidar destinato ad attivare la guida semi-assistita di livello 3 inserito nel Pilot Pack, quando le normative lo consentiranno. A questo schieramento disseminato nella carrozzeria si aggiungono due telecamere interne a infrarossi che sorvegliano l’attenzione del guidatore, che in caso di necessità attivano l’accostamento autonomo della vettura e la chiamata di soccorso, e quattro radar per il sistema antiabbandono che impedisce la chiusura della vettura quando rileva persone o animali nell’abitacolo.

Polestar 3, linea levigata e muscolosa

Lunga 4,90 metri, larga quasi 2 metri, alta 1,61 metri e con un passo che sfiora i 3 metri, già per la corporatura la Polestar 3 non passa inosservata. Ad accentuare questa impressione contribuisce anche il design della carrozzeria, che definisce una linea muscolosa e levigata ma non esattamente monolitica, perché per ottimizzare l’aerodinamica integra anteriormente un originale spoiler sopra il frontale che tenta di mimetizzarsi raccordando la fanaleria e che interagisce con quello posteriore che, quasi, avvolge il lunotto.

Polestar 3, interno grande, minimalista e raffinato

L’abitacolo è molto spazioso grazie sia all’ampio passo della Polestar e allo stile minimalista dell’arredamento, realizzato con materiali pregiati e assemblato accuratamente, che disegna una lineare ed esile plancia, da cui spuntano i display della strumentazione e dell’infotainment che, come accennato, accoglie ogni tipo di comando sgombrando il campo da qualsiasi interruttore fisico. Il sistema sempre connesso è reattivo e ha un’interfaccia grafica anche intuitiva e personalizzabile ma, a nostro avviso, ciò non toglie che occorre scegliere fra tanti menù per attivare il comando che interessa. Piastra di ricarica e integrazione wireless con gli smartphone, interazione con Google Home assieme alla possibilità di optare per l’impianto Bowers Wilkins da 1.610 watt con venticinque altoparlanti completano la radiografia del sistema. A dispetto della robusta corporatura la Polestar 3 ha un bagagliaio con una capacità che va 4854 a 1.411 litri, quindi grande come quello di auto più piccole. Il frunk anteriore da 32 litri è adatto a contenere i cavi di ricarica.

Fonte: Il Sole 24 Ore