Politica estera: l’Italia, Trump e i conflitti in Ucraina e Medio Oriente

Politica estera: l’Italia, Trump e i conflitti in Ucraina e Medio Oriente

La crisi in Ucraina, con l’ipotesi di un ruolo dell’Italia nel processo di superamento del conflitto e di ricostruzione del paese travolto dall’aggressione russa. La relazione con gli Stati Uniti, ora che Donald Trump è tornato alla Casa Bianca e che il governo Meloni, forte di rapporti amichevoli con il nuovo presidente, punta a ruolo di mediatore nella relazioni con la Ue, a cominciare dai dossier “caldi” dei dazi e della trattativa sui fondi per la difesa. Infine, il conflitto tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza, e lo scenario di una replica in quei territori del modello libanese Unifil.

«Finora il Governo ha mantenuto una posizione di basso profilo, ribadendo da un lato la ferma condanna a ogni forma di terrorismo da parte di Hamas, dall’altra l’impegno per una soluzione basata sulla formula dei due Stati», spiega Leo Goretti, responsabile del programma Politica estera dello Iai e direttore de “The International Spectator”. «L’Italia di per sé, però, non è in grado di svolgere un ruolo dirimente nelle negoziazioni – aggiunge subito dopo -. Molto dipenderà da quello che avverrà a livello internazionale».

Il rapporto Iai sulla politica estera italiana

Goretti ha coordinato assieme a Ferdinando Nelli Feroci il nuovo Rapporto sulla politica estera italiana 2024 dell’Istituto affari internazionali, dal titolo “L’Italia nell’anno delle grandi elezioni”, che sarà presentato nel pomeriggio di giovedì 6 febbraio presso la sede romana dell’ente. Il documento, che è stato realizzato da un gruppo di ricercatori dello Iai tra dicembre 2024 e gennaio 2025, analizza un anno particolarmente significativo, il 2024, segnato da sfide cruciali: il posizionamento del paese prima, durante e dopo le elezioni per il rinnovo delle istituzioni europee, il perdurare della guerra contro l’Ucraina, le elezioni presidenziali statunitensi, l’inasprimento della crisi mediorientale e la presidenza italiana del G7. L’analisi evidenzia come il governo abbia mantenuto un indirizzo complessivamente coerente con le tradizionali direttrici della politica estera italiana, nonostante alcune tensioni emerse nella seconda metà dell’anno. Ma il rapporto guarda anche alla politica estera italiana che verrà.

Il rapporto tra Italia e Usa

A cominciare dal rapporto con gli Stati Uniti. «Meloni – osserva Riccardo Alcaro in un passaggio del documento – ha mantenuto una posizione di equilibrio sulle elezioni presidenziali statunitensi a dispetto della marcata affinità ideologica col nazionalismo nativista dei Repubblicani Maga, in particolare sul fronte dell’aborto, sui diritti della comunità Lgbtq+ e sull’immigrazione. Lo stesso ha fatto Tajani (il ministro degli Affari esteri, ndr), mentre il leader della Lega Matteo Salvini si è schierato con Trump».

Il rapporto con gli Stati Uniti, le relazioni amichevoli tra la premier Giorgia Meloni e Donald Trump possono garantire all’Italia un ruolo di mediatrice nella relazione con l’Unione europea, a cominciare dal dossier dazi oppure a quello delle spese per la difesa? «Il grande tema qui è capire se la premier si muoverà di concerto con gli altri leader europei, proponendosi come protagonista, come capofila nelle negoziazioni con Donald Trump o se porterà avanti in maniera più ristretta e limitata un’agenda di carattere nazionale», risponde Goretti.

Fonte: Il Sole 24 Ore