Pomodoro da industria, i vantaggi dell’accordo per il Nord siglato in tempi record
Il prezzo di riferimento per la campagna 2025 del pomodoro da industria al Nord sarà di 142,5 euro a tonnellata; in più la rispondenza del prodotto ad un range di criteri qualitativi potrà fruttare alla parte agricola un aumento fino a 2,5 euro a tonnellata. Lo prevede l’accordo quadro siglato in tempi da record dalle delegazioni della parte agricola e della parte industriale, riunite a Parma presso la Stazione sperimentale per l’industria delle conserve alimentari.
Un aspetto enfatizzato dal presidente dell’Organizzazione interprofessionale, Giuseppe Romanini, che rimarca come i tempi celeri incidano sulla programmazione e sulla conduzione della campagna 2025: «La tempestività dell’intesa metterà la filiera nelle migliori condizioni per rispondere in modo efficace alla difficile situazione verificatasi nella precedente stagione – dice -. Si tratta di un risultato importante, a maggior ragione dopo il mancato accordo del 2024: è apprezzabile che le parti abbiano deciso di operare congiuntamente e responsabilmente per la difesa e la valorizzazione del settore, interpretando lo spirito di leale collaborazione che è alla base della stessa esistenza della Oi».
L’importanza del dialogo è ribadita anche dalla parte industriale. Il presidente Anicav, Marco Serafini, si dice soddisfatto «pur trattandosi di un’intesa che andrà a pesare in maniera importante sui costi aziendali».
Bruna Saviotti, che per conto della stessa associazione industriale coordina il Comitato territoriale del Bacino Nord, definisce l’accordo «oneroso per l’industria di trasformazione», ma rimarca che «consentirà alla parte agricola di avviare una programmazione nei tempi utili».
Ora la roadmap prevede il deposito dei singoli contratti presso l’Oi Pomodoro da Industria Nord Italia – che rappresenta una superficie complessiva superiore a 40mila ettari e oltre 3 milioni di tonnellate di pomodoro coltivato e trasformato – entro il 28 febbraio: poi si procederà a una adeguata programmazione della produzione in campo per la campagna di trasformazione 2025.
La trattativa è particolarmente sentita a Piacenza, che con i suoi 10mila ettari è la seconda provincia Italiana (dopo Foggia) per superfici dedicate alla coltura. Qui il ricordo dell’ultima stagione brucia ancora.
Fonte: Il Sole 24 Ore