Ponte sullo Stretto, bocciato il ricorso di 104 cittadini contro l’opera. Entro l’anno partono i cantieri

Ponte sullo Stretto, bocciato il ricorso di 104 cittadini contro l’opera. Entro l’anno partono i cantieri

Prima brusca frenata ai ricorsi giudiziari contro la costruzione del Ponte sullo Stretto, l’opera simbolo del governo Meloni fortemente voluta dal ministro Salvini. Il Tribunale delle Imprese di Roma ha dichiarato inammissibile il ricorso di 104 cittadini che avevano mosso un’azione inibitoria collettiva contro la società Stretto di Messina Spa, concessionaria dell’opera.

Il ricorso e la decisione

I ricorrenti chiedevano di accertare «la responsabilità della società e il danno ingiusto causato per la violazione del dovere di diligenza, correttezza e buona fede proseguendo nell’attività per la realizzazione del ponte sullo Stretto, nonostante l’opera non abbia alcun reale interesse strategico e non è fattibile sotto i profili ambientali, strutturali ed economici». Ma i giudici hanno rigettato le doglianze, evidenziando che allo stato dei fatti l’accusa sarebbe basata su ipotesi non concrete, e quindi «prematura». Secondo i giudici «non è stato dimostrato alcun danno ambientale imminente legato al progetto» in quanto non vi è ancora un progetto definitivo. Ai 104 cittadini se ne erano contrapposti 139 a favore del Ponte, ma anche in questo caso l’intervento è stato dichiarato inammissibile. Ma non solo. La sentenza del Tribunale delle imprese di Roma ha condannato i ricorrenti al pagamento delle spese di giudizio in favore della concessionaria per circa 240 mila euro. Ma ora i ricorrenti starebbero valutando l’opportunità di un ricorso.

Le reazioni

«Sconfitta per i signori del No. Avanti per più sviluppo, lavoro e futuro in Sicilia, Calabria e resto d’Italia con il Ponte sullo Stretto», ha commentato su Instagram il vicepremier Salvini. Mentre per l’ad della concessionaria Pietro Ciucci «sin dall’inizio eravamo fiduciosi sull’esito, avendo rilevato i motivi dell’inammissibilità e con la consapevolezza che l’obiettivo dei ricorrenti fosse unicamente quello di rallentare le procedure in corso e le prossime scadenze del progetto. Valutazione che ha trovato riscontro nella sentenza che ha rilevato motivazioni “del tutto evanescenti ed ipotetiche in assenza di alcun effettivo danno ambientale” mancando perfino le prove di residenza dei ricorrenti nei luoghi di costruzione del ponte».

L’opera

Intanto l’opera avanza. Dopo aver incassato 1,5 miliardi nell’ultima legge di bilancio, si attende ora il progetto definitivo con il piano economico-finanziario, pilastri della realizzazione dell’opera. Poi la parola passerà al Cipess che dovrà esprimersi sulla fattibilità e, nel caso, accendere semaforo verde. Un passaggio che era atteso entro la fine dell’anno scorso ma che è slittato tra gennaio e febbraio. Poi si partirà con le attività propedeutiche alla cantierizzazione, la risoluzione delle interferenze, la bonifica dei territori. Andranno anche effettuate indagini archeologiche, geognostiche e geotecniche. Tasto dolente quello degli espropri che dovrebbero essere eseguiti prima dell’apertura del cantiere vero e proprio: e quindi entro il 2025.

Fonte: Il Sole 24 Ore