Porsche, brusca frenata nei primi nove mesi. Via al taglio dei costi

Resta difficile la transizione verso l’auto elettrica per Porsche. Lo confermano i risultati dei primi nove mesi dell’anno, con un calo del 26,7% dell’utile operativo di gruppo a 4,04 miliardi di euro e un ritorno sulle vendite in diminuzione di oltre 4 punti al 14,1%. Vendite in calo da 250mila unità a 221mila con il suv Cayenne che vende più di tutti i modelli della casa (+21%) e l’elettrica Taycan che cala del 50%. I ricavi sono scesi del 5,2% a 28,56 miliardi.

L’utile operativo del terzo trimestre è sceso del 41% a 974 milioni di euro, al di sotto degli 1,08 miliardi stimati da Lseg, mentre le vendite del periodo sono scese a 9,1 miliardi, con un margine operativo del 10,7%.

Così il costruttore di auto sportive e di lusso del Gruppo Volkswagen ha avvisato, dopo avere comunicato i risultati finanziari, che potrebbe avviarsi a una fase di taglio dei costi (già avviata nella casa madre) proprio perché la flessione della domanda di auto a batteria e la persistente debolezza del brand sul mercato cinese hanno determinato un calo dell’utile operativo di oltre un quarto nei nove mesi.

«Stiamo rivedendo la nostra linea di prodotti e il nostro ecosistema, così come i nostri bilanci e la nostra posizione di costo. Il tutto con l’obiettivo di aumentare ulteriormente la nostra flessibilità e resilienza», ha dichiarato il direttore finanziario Lutz Meschke.

In Cina, mercato di primaria importanza per Porsche (ma si è passati dal 25% al 19% sul totale delle consegne nei nove mesi tra 2023 e 2024), il gruppo guidato dal ceo Oliver Blume (che è ceo anche del Gruppo Vw) sta affrontando quello che Meschke ha definito un «cambiamento strutturale della domanda». Un riferimento alla debolezza che ha colpito tutte le case automobilistiche straniere (tedesche, giapponesi e coreane) sul più grande mercato automobilistico del mondo. Messe a dura prova dal rallentamento dell’economia causato dalla crisi del settore immobiliare, ma soprattutto dalla concorrenza dei costruttori locali, i cui prodotti attraggono maggiormente i consumatori.

Fonte: Il Sole 24 Ore