Porto di Genova e Savona, traffico merci in aumento nonostante opere in ritardo

Porto di Genova e Savona, traffico merci in aumento nonostante opere in ritardo

Più che la guerra in Ucraina e la crisi di Suez, sul porto di Genova e Savona pesa l’impasse creata dall’inchiesta della magistratura, iniziata il 7 maggio scorso, che ha portato all’arresto dell’allora governatore della Liguria, Giovanni Toti – a cui è succeduto Marco Bucci – dell’ex presidente dell’Autorità di sistema portuale, Emilio Signorini e dell’imprenditore e terminalista Aldo Spinelli.

In seguito a quegli avvenimenti, lo scalo genovese, da giugno, è governato dal commissario straordinario (e contrammiraglio) Massimo Seno e dal commissario aggiunto Alberto Maria Benedetti. Insieme, stanno guidando le banchine più importanti d’Italia, su cui sono in corso grandi interventi infrastrutturali, tra i quali, i più imponenti, sono la costruzione della nuova diga foranea e quella del tunnel subportuale. Quest’ultima opera, in particolare, non manca di pesare sulla logistica dello scalo.

Gli imprenditori chiamano i commissari dello scalo

E ora gli operatori del porto chiedono ai commissari un’attenzione che questi hanno concentrato, finora, più sul lavoro tecnico che non sulle esigenze degli imprenditori dei moli. I terminalisti genovesi invocano urgentemente un’impostazione chiara per il nuovo Piano regolatore portuale (in fieri da tempo) e gli spedizionieri di Spediporto vorrebbero decisioni veloci sulla digitalitazzione dei servizi all’interno dello scalo. Tutti, peraltro, chiedono che la loro voce sia più ascoltata di quanto è accaduto da giugno in poi.

Augusto Cosulich, imprenditore della logistica nonché agente marittimo di grandi compagnie di navigazione, tra cui la cinese Cosco, afferma, senza mezzi termini, che, nei confronti di chi investe nel porto, si è creata «una cultura del sospetto», in conseguenza della quale «l’Adsp non riceve i singoli operatori e che va assolutamente superata. L’ad di Cosco, ad esempio, chiede di parlare con i vertici del porto, perché vorrebbe fare investimenti e confrontarsi con con le istituzioni. Ma l’unico disponibile a un colloquio è Bucci».

I terminalisti invocano il piano regolatore

Sui moli genovesi – dove i traffici, nei primi nove mesi dell’anno (comprendendo anche Savona), sono cresciuti sia quanto a tonnellate (5,5%), sia quanto a container (2,5%) – Beppe Costa, presidente dei terminalisti del capoluogo, guarda al nuovo piano regolatore. «La cosa più importante per noi, che stiamo attendendo, è il piano regolatore, sul quale gli attuali commissari stanno certamente lavorando, ma su cui, da giugno, sono riusciti ad andare poco avanti, anche perché, mi rendo conto, hanno cercato di capire cos’era fatto bene e cosa male. Senza contare che, per stilare il Prp, mentre prima si ragionava molto in termini operativi, oggi, dopo la vicenda di Spinelli, si deve ragionare anche in termini giuridici. Però, per noi, la prima cosa importante per il porto è quel piano, perché da lì scendono tutte le nostre politiche. L’Adsp non ha ancora discusso del Prp con spedizionieri, agenti, terminalisti; eppure ognuna di queste associazioni dovrà dire la sua, in merito».

Fonte: Il Sole 24 Ore