Porto Marghera utilizzabile per sperimentare il nuovo nucleare

Renato Brunetta, presidente Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità/ Venice Sustainability Foundation, candida Porto Marghera come sito utilizzabile per il nucleare di nuova generazione. «Ormai è la tecnologia la più sicura al mondo, siamo stati tutti scottati da Chernobyl, ma le nuove generazioni di nucleare hanno livelli di sicurezza altissimi e tra l’altro scale dimensionali di produzione molto più piccole. Questo è il futuro», ha detto parlando al Venice Hydrogen Forum 2024 The Mediterranean Forum on Hydrogen. «Porto Marghera -ha aggiunto – è un sito che può essere ovviamente utilizzabile anche per questo, data la sua vocazione industriale e data la sua accessibilità al porto e quant’altro».

Il dibattito politico

Parole che hanno acceso il dibattito politico, ma non solo. Fra i primi a intervenire Gianfranco Bettin, storico ambientalista, scrittore e sociologo e ora consigliere comunale dei Verdi progressisti. «Non è bastato un secolo e più di pesantissimo impatto sulla salute e sull’ambiente dell’industria chimica più pesante collocata al centro di un’area densamente popolata, nel cuore di un ecosistema unico come la laguna e a ridosso di una città storia e d’arte come Venezia – dice – Ora la destra di governo, locale e nazionale, vuole collocare a Marghera l’industria nucleare, un’industria regressiva, costosissima, che produrrà energia, se ne fosse avviato ora il progetto, fra una decina d’anni esponendo comunque al rischio peggiore popolazione e ambiente. Renato Brunetta, con questa proposta irricevibile, dimostra comunque la sua coerenza, a fronte dei pusillanimi che non dicono mai dove collocherebbero gli impianti e i siti di stoccaggio delle pericolosissime scorie».

Per Daniele Giordano, segretario generale Cgil Venezia, «le considerazioni del presidente del Cnel e della Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità sono semplicemente fuori dalla realtà e non danno nessuna prospettiva economica reale alla nostra città. A Porto Marghera serve un vero rilancio industriale nella chiave della sostenibilità e della salvaguardia ambientale. La politica deve smetterla di negare la necessità di un cambio radicale del nostro sistema produttivo e del modello di sviluppo del nostro territorio». 

Le imprese

Di tutt’altro segno le prime reazioni che arrivano dal mondo produttivo: «È giunto il momento di riconoscere il nucleare come una delle soluzioni più sicure e sostenibili per il nostro futuro energetico. Dobbiamo superare le contrapposizioni e adottare una visione responsabile e autonoma. Il nostro Paese, in un contesto energetico critico, deve cogliere le opportunità offerte dalla tecnologia nucleare di nuova generazione», afferma Mirco Viotto, delegato di Confindustria Veneto Est – Sezione di Venezia sull’ipotesi nucleare a Marghera. «Multinazionali e grandi aziende – aggiunge – sono pronte a investire in questo settore, e Porto Marghera si configura come un sito strategico per lo sviluppo di impianti nucleari, grazie alla sua vocazione industriale e logistica. L’implementazione di queste tecnologie garantirà risparmi energetici significativi e ridurrà la nostra dipendenza da altri Paesi, aumentando la sicurezza nazionale – conclude Viotto -. Le nuove generazioni di impianti nucleari offrono sicurezza e dimensioni di produzione più contenute, rappresentando una scelta pragmatica. Confindustria Veneto Est è pronta a sostenere iniziative per l’adozione di queste tecnologie, a beneficio della nostra economia e comunità».

E il presidente della Cna Veneto, Moreno De Col, spiega: «Non siamo contrari a priori; al contrario, intendiamo entrare nel merito della proposta con un approccio costruttivo e analitico. Riteniamo fondamentale considerare tutte le forme di approvvigionamento energetico che possono contribuire a migliorare la competitività e la sostenibilità delle imprese artigiane – rileva -. È essenziale, però, che tali iniziative siano anche rispettose della sostenibilità ambientale. Siamo in attesa di capire quali siano le proposte progettuali specifiche e i dettagli relativi a questa iniziativa. Solo attraverso un confronto aperto e informato potremo valutare le potenzialità e l’impatto di questa proposta sul nostro territorio e sulle nostre comunità».

Fonte: Il Sole 24 Ore