Portolano: «In Libano ruolo cruciale dell’Italia nella missione Onu a difesa della tregua»
L’entrata in vigore del cessate il fuoco, avvenuta lo scorso 19 gennaio, rappresenta un’importante opportunità per aumentare l’assistenza umanitaria destinata alla popolazione civile. La Difesa ha aderito all’iniziativa umanitaria internazionale che prevede la consegna di aiuti e generi di prima necessità, nonché l’evacuazione dalla Striscia di casi medici gravi tramite l’impiego di elicotteri. Proprio pochi giorni fa, 2 elicotteri NH90 dell’esercito sono decollati dalla base aerea “King Abdullah II” di Zarqa, in Giordania, dando inizio all’operazione congiunta “Un ponte per Gaza”, che vede la partecipazione di personale e di assetti aerei della Giordania e dell’Italia. L’operazione consiste nel rischierare in Giordania la Task Force “Levante”, un’unità interforze della Difesa italiana composta da un velivolo C-130J dell’Aeronautica militare e due elicotteri NH90 dell’aviazione dell’esercito. Questa operazione si inserisce nel più ampio quadro di iniziative già intraprese a favore della popolazione palestinese. Tra queste, il trasporto di beni di prima necessità con velivoli dell’Aeronautica, l’assistenza sanitaria fornita da Nave Vulcano della Marina Militare e i trasferimenti in Italia di bambini palestinesi bisognosi di cure mediche, grazie ad assetti aero-navali messi a disposizione dalla Difesa.
Quale futuro prevede per le missioni Onu?
Quanto alle sfide prossime – proprio l’Italia ha avuto un ruolo chiave perché si avviasse una riflessione concreta sul “futuro del peacekeaping” che porti ad adeguare le missioni ai contesti attuali e futuri, molto diversi da quelli degli ultimi anni. Tutto questo, grazie alle iniziative di stimolo continuo e formale alla stessa Onu, avviate proprio dal Ministro della Difesa Crosetto già 2 anni fa, prima ancora che questa esigenza di un adeguamento delle operazioni che le Nazioni Unite sono in grado di fare fosse evidente a tutti.
Anche la Ue si è mossa.
Il Consiglio Affari Esteri ha annunciato, il 27 gennaio scorso, la riattivazione della missione EUBAM-RAFAH, conosciuta come European Union Border Assistance Mission, presso il valico di Rafah, aperto proprio in queste ore. La missione è stata avviata su richiesta di Israele e dell’Autorità palestinese, con il pieno sostegno dell’Egitto, ed è una misura concreta per sostenere il recente accordo di cessate il fuoco nella striscia di Gaza. L’obiettivo primario è di coordinare e facilitare il transito giornaliero fino a 300 feriti e malati, garantendo assistenza e protezione a persone vulnerabili in un contesto di emergenza umanitaria. In quest’ambito, la Difesa ha disposto l’invio di 7 Carabinieri, che sono già operativi. Questo personale è integrato nella Forza di Gendarmeria Europea (EUROGENDFOR), a supporto della missione, e si aggiunge ai 2 italiani già presenti.
Fonte: Il Sole 24 Ore