Portuali Usa, sciopero sospeso. Blocco dei cargo scongiurato

NEW YORK

Riaprono i grandi porti americani e svanisce lo spettro di una paralisi del commercio marittimo che avrebbe rischiato di affondare l’economia: lo sciopero che per tre giorni aveva bloccato 36 scali merci sulla costa orientale e del Golfo del Messico – e con loro metà del cargo via mare da e per gli Stati Uniti – è stato sospeso con effetto immediato. Frutto di un accordo provvisorio che prevede significativi aumenti di paga, pari al 62% nell’arco di sei anni. Un compromesso tra il 50% offerto inizialmente dalla Maritime Alliance, la coalizione di società di trasporto e operatori dei porti, e il 77% chiesto dal sindacato, la International Longshoremen’s Association e i suoi 45mila iscritti.

Per l’amministrazione di Joe Biden e Kamala Harris, attuale candidata democratica alla presidenza, è un successo: aveva esercitato forti pressioni per una rapida intesa che scongiurasse una crisi nel pieno della campagna elettorale. Voleva evitare il ricorso a interventi d’autorità, a ordini di ritorno al lavoro in nome della sicurezza nazionale, mossa che avrebbe infuriato le union e appannato l’immagine pro-sindacato della Casa Bianca. Ma allo stesso tempo intendeva esorcizzare il danno derivato da protratte chiusure dei moli, con traumi a delicate catene di forniture in industrie strategiche, dall’auto all’elettronica, accanto a rischi di rincari e scarsità per i consumatori in molti beni diffusi e deperibili, compresa la frutta.

Biden ha plaudito pubblicamente all’intesa: «La contrattazione collettiva funziona – ha detto – ed è di importanza critica per un’economia più forte e che beneficia e allarga i ceti medi». Ancora: «Grazie a Dio, e grazie alla buona volontà di tutti, l’accordo resisterà». Le parti «hanno agito con patriottismo per riaprire i nostri porti e assicurare la disponibilità di forniture essenziali per i soccorsi e la ricostruzione dopo Helene», ha aggiunto citando le devastazioni per decine di miliardi di dollari, accanto alle oltre 200 vittime, provocate dal recente uragano nel Sudest americano.

Per sbloccare l’impasse, nelle ultime ore, l’amministrazione ha contato sul segretario al Lavoro ad interim, Julie Su, che ha agito da tramite riferendo agli armatori la disponibilità strappata al sindacato a riaprire senza indugi i porti in cambio di un miglioramento della loro offerta salariale. Il capo di gabinetto della Casa Bianca, Jeff Zients, ha da parte sua lanciato un appello-ultimatum alla Maritime Alliance: una nuova proposta era richiesta entro la fine della giornata di giovedì per scongiurare che la rottura nelle relazioni industriali aggravasse le conseguenze di un disastro naturale delle dimensioni di Helene.

Fonte: Il Sole 24 Ore