Poste, aumento di 230 euro e prime prove di settimana corta

Per i 120mila lavoratori di Poste Italiane arriva un aumento complessivo di 230 euro per il periodo 2024-2027 e la possibilità di sperimentare la settimana corta. È quanto previsto dall’intesa per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro tra la società e i sindacati (Slp Cisl, Slc Cgil, Uilposte, Confsal Com, Failp Cisal, Fnc-Ugl Com). Il contratto era scaduto a fine 2023 e il rinnovo è arrivato a pochi mesi dalla scadenza, con una trattativa molto serrata. Nel perimetro contrattuale entrano anche i lavoratori di Sda Express Courier e Poste Logistics, a cui in passato veniva applicato il contratto della Logistica e dei trasporti. Per l’amministratore delegato Matteo Del Fante la firma «è frutto di un percorso nel quale ciascuno ha saputo fare la propria parte con un grande senso di responsabilità per raggiungere un obiettivo comune, cioè migliorare i livelli retributivi dei nostri 120.000 dipendenti, sostenendone il potere d’acquisto, e contribuire al percorso di crescita dell’azienda per consolidarne la leadership nel panorama aziendale italiano. Questo accordo contrattuale è quindi la migliore premessa per raccogliere la sfida posta dal nuovo Piano Industriale “The Platform Company”».

L’incremento retributivo di 230 euro lordi medi sarà ripartito lungo l’intero periodo di validità del contratto, con un aumento dei minimi tabellari pari a 192 euro lordi medi, spiega una nota di Poste. I dipendenti, inoltre, riceveranno una una tantum di 1.000 euro lordi medi in settembre, a titolo di competenze contrattuali arretrate 2024 e di anticipazione sui futuri miglioramenti economici. L’intesa prevede anche un aumento di 1,26 euro del buono pasto giornaliero e un aumento di 5 euro del contributo a carico dell’azienda per il pacchetto base del piano di assistenza sanitaria integrativa, per il quale sono anche state ampliate notevolmente le prestazioni. Infine, il contributo aziendale per Fondoposte, il Fondo di previdenza complementare per i dipendenti, sarà aumentato dal 2,3% al 2,5% della retribuzione. La presidente di Poste, Silvia Rovere, esprime «apprezzamento per i rappresentanti dei lavoratori che hanno affrontato questo negoziato con grande senso di responsabilità. L’intesa raggiunta ci permette di guardare con grande ottimismo all’ulteriore crescita dell’azienda e al futuro dei dipendenti che grazie alle novità del contratto ottengono garanzie economiche e di welfare, nel solco della grande attenzione che l’azienda riserva al benessere dei dipendenti».

La mediazione tra azienda e sindacati ha portato sostanziali novità su diversi temi, tra cui la partecipazione e i diritti di informazione, i temi di genere, la tutela della genitorialità, la normativa sui part time, l’orario di lavoro, la formazione e il diritto allo studio. In particolare nell’articolato del nuovo contratto è stata introdotta la possibilità di sperimentare modelli organizzativi a settimana corta, ossia 9 ore per 4 giorni, anche con forme di riduzione dell’orario di lavoro, a parità di salario. Sono stati rivisti anche i capitoli sulle trasferte, la cui normativa, spiegano i sindacati, non sarà più modificabile in modo unilaterale dall’azienda, sulle ferie solidali per renderle più facilmente fruibili, sulla malattia, con una rivisitazione complessiva dell’istituto del comporto che prevederà maggiori tutele per le patologie che richiedono assenze molto prolungate. È stata inoltre introdotta un’indennità per chi svolge attività relazionali. «Questo accordo costituisce la pietra miliare di una strategia più ampia con la quale Poste Italiane ha messo la valorizzazione delle persone al centro dello sviluppo delle proprie attività – interpreta il direttore generale di Poste Italiane Giuseppe Lasco -. Siamo un grande elemento di attrazione per il mercato del lavoro, avanguardia di modernità nelle relazioni industriali, e questa intesa ci permette di rafforzare il sistema delle tutele, dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, e la valorizzazione degli istituti di partecipazione».

Per Luigi Sbarra, numero uno della Cisl è «un’ottima notizia». «La firma arriva dopo un serrato confronto durato cinque mesi in conseguenza della significativa distanza iniziale tra le parti sugli aumenti salariali», spiega Raffaele Roscigno, segretario generale Slp Cisl. «Questo risultato – continua Roscigno – è un significativo passo avanti in termini di diritti e tutele per tutti i dipendenti». Nicola Di Ceglie della Slc Cgil aggiunge che «la sperimentazione della settimana corta, con possibile riduzione oraria a parità di salario, è una nuova frontiera che va incontro al miglioramento della qualità di vita dei lavoratori». Claudio Solfaroli Camillocci della Uilposte considera «pienamente raggiunto l’obiettivo del miglioramento della parte normativa con concreti avanzamenti sociali». Ora la parola passa ai lavoratori che da settembre si riuniranno nelle assemblee per votare l’ipotesi di accordo.

Fonte: Il Sole 24 Ore