Prima alla Scala, nel carcere di San Vittore tra sovraffollamento e freddo

Prima alla Scala, nel carcere di San Vittore tra sovraffollamento e freddo

Il libretto in mano, lo sguardo sul maxischermo. Seduti nella rotonda, gruppi di detenuti di San Vittore seguono le storie di Leonora e Alvaro, «gettati nel mondo – per dirla con uno di loro – dalla forza del destino». Parla dei protagonisti de “La Forza del destino”, l’opera di Giuseppe Verdi – che apre la stagione scaligera di quest’anno – ma Antonio, recluso qui già da qualche anno, parla anche di sé e di tanti che come lui si sono «ritrovati in carcere, per una catena di errori, di casualità, di scelte sbagliate e per l’assenza di una rete intorno. Quasi non comprendi fino in fondo quello che stai facendo – racconta – fino a che non realizzi di essere qua».

Gli spettatori più attenti

Hanno frequentato dei corsi e hanno studiato la storia dell’opera di Verdi e ora i detenuti che hanno avuto la possibilità di seguire la Prima alla Scala sono tra gli spettatori più attenti. Accanto a loro, un centinaio di altri ospiti, rinnovando la tradizione che da anni ormai inserisce questo carcere nei 38 luoghi della “Prima diffusa”. Messaggio e memoria di quel pezzo di città – e di Repubblica – che vive e lavora dietro le alte mura ottocentesche della casa circondariale. E partecipa della grande festa di Milano nel giorno di Sant’Ambrogio.

Carcere sovraffollato

In questo momento, le condizioni di San Vittore sono particolarmente critiche. «Oggi i detenuti sono 1.077 per 700 posti», conferma la neo-direttrice Elisabetta Palù, che da pochi giorni ha sostituito Giacinto Siciliano, divenuto provveditore degli istituti penitenziario in Lazio, ma che non ha voluto mancare al tradizionale appuntamento milanese del 7 dicembre. E anche per comunicare il forte sovraffollamento, le presenze dei detenuti sono significativamente aumentate (73) in questa serata alla rotonda. «Non potevamo non tenerne conto», conferma la direttrice. Molti altri detenuti sono stati coinvolti nell’organizzazione della serata lavorando nelle cucine.

Le personalità presenti

Accanto a loro, volti noti del foro milanese, la presidente del Tribunale di Sorveglianza, Giovanna Di Rosa, insieme ad un paio di magistrati di sorveglianza; qualche politico, come Andrea Giorgis, Pd, («In momenti come questi emerge, con ancora più evidenza, quanto il carcere abbia bisogno di non essere un luogo di mera privazione della libertà. Il destino di ciascuno non è mai un destino puramente individuale»), Maria Stella Gelmini, Noi Moderati, («La musica allevia l’angoscia: le condizioni del carcere ci devono responsabilizzare tutti sul da farsi. In assenza di nuove risorse, lavoro formazione e cultura aiutano a costruire una speranza»), Giusy Versace di Azione; l’assessore alla sicurezza del Comune, Marco Granelli, molti più volontari che ogni giorno entrano per fare dono del proprio tempo.

Tutti concordano sulle «condizioni divenute ancora più critiche» in molti istituti. Anche qui, a San Vittore, al di là dei grandi cancelli della rotonda, quando ci si inoltra nei diversi raggi, da cui giunge corrente di aria gelida. Piccolo assaggio dell’emergenza freddo avvertita in modo particolare in alcune zone dell’istituto.

Fonte: Il Sole 24 Ore