Primi test per il mercato dell’auto da collezione da RMSotheby’s e Bonhams

Primi test per il mercato dell’auto da collezione da RMSotheby’s e Bonhams

Ritornata all’inizio di febbraio dopo i posticipi della pandemia, la fiera Retromobile a Parigi è il punto di riferimento per il mercato dell’auto da collezione in Europa. L’evento è l’occasione per saggiare il terreno dell’anno che verrà, e tre delle quattro case d’asta che dominano il mercato a livello internazionale approfittano dell’attrattiva di Parigi per aprire la stagione nel vecchio continente. Mentre la fiera stessa, oltre ai commercianti, ospita la principale asta annuale della francese Artcurial, che chiude la kermesse dal venerdì alla domenica, durante la settimana sono oramai presenti da anni anche i dipartimenti delle case d’asta storiche inglesi Bonhams e Sotheby’s.

Nuove supercar da RMSothebys

La strategia di mercato della casa di origine canadese è in linea con quella generale di Sotheby’s che la possiede: focalizzarsi sulla fascia alta di prezzo e seguire i trend del momento. L’asta del 1 febbraio presso il centralissimo Carrousel du Louvre ha proposto un catalogo di 86 lotti (uno ritirato), di cui circa un terzo rimasti invenduti, con un ricavo di oltre 46 milioni di € (quasi il doppio del 2022, divenuti 49,8 milioni con le vendite post-asta) nonostante l’incremento del numero di lotti invenduti. Purtroppo nel mondo delle aste d’auto è considerato normale inserire fra i venduti anche lotti che hanno trovato compratori solo dopo il termine dell’asta, generando qualche confusione rispetto ai dati comunicati.
In questo caso, 8 dei 29 lotti inizialmente invenduti hanno trovato un compratore secondo quanto comunicato dalla casa d’aste. Il realizzo più sorprendente è il prezzo francamente mostruoso di quasi 10 milioni di € pagato per una Bugatti Chiron Profilee del 2022, che ha raddoppiato la stima. Si tratta di un’auto esclusiva e velocissima, ed essendo un unico esemplare pre-produzione è la più rara dei soli 500 esemplari già venduti; ciononostante la determinazione dei due clienti che se la sono contesa è inusuale, considerato anche la potenziale aggiunta dell’Iva da pagare sull’intero importo trattandosi di acquisto di un’auto nuova.

Quanto può esser pericoloso strapagare per un’auto ‘di moda’ è ben esemplificato dalla mancata vendita di un esemplare della Bugatti Veyron Grand Sport del 2009, il modello appena precedente la Chiron, stimata 1,3-1,5 milioni di €. Anche le altre due Bugatti storiche hanno fatto faticato a trovare compratori: una Type 55 Roadster del 1932 è restata invenduta, mentre un Type 43 Roadster del 1928 è passata di mano solo dopo l’asta a 850mila €, sotto la stima bassa di 1 milione. Un mix di classico e nuovo caratterizzava anche l’offerta di 14 Ferrari in catalogo: si va dalle supercar Enzo del 2003 con un raro esemplare nero venduto per 4 milioni di €, a una F40 del 1990 che è stata venduta a 1,9 milioni, da due classiche degli anni ‘60: una 275 GTB/4 del 1967 argento scambiata a 3,1 milioni e una più tranquilla ma elegantissima 250 GT/L Berlinetta Lusso del 1963 di inusuale colore verde brillante che ha raggiunto 1,5 milioni, entrambe ‘creature’ del grande carrozziere Scaglietti. La regina però è stata una F1 modello 643 guidata nel 1991 da Jean Alesi, passata di mano a 3,6 milioni di euro, grazie anche all’eleggibilità per la partecipazione alle gare storiche in pista. Ben tre le McLaren offerte e vedute, fra cui spicca una nuovissima 2020 Speedtail dalla ‘coda’ lunghissima per 2,4 milioni entro la stima, un modello Senna LM dello stesso anno per 1,6 milioni, e una P1 del 2015 alla stima bassa di 1 milione di €. È restata invenduta, invece, una Porsche 904 Carrera GT da competizione dalla stima di oltre 2 milioni di €, mentre fra le tedesche ha trovato un compratore a 1,750 milioni una Mercedes 300SL Roadster, nonostante abbia suscitato qualche critica da parte dei collezionisti e dubbi sul restauro e sul colore non originale. Ha sofferto ingiustamente una delle auto più eleganti in catalogo, una Alfa 6C 2300B Mille Miglia del 1938, venduta dopo l’asta a 850mila €, sotto la stima bassa di 1 milione. Altre due Alfa hanno trovato compratori solo post-asta, una Giulia TZ milionaria del 1965 e Ia recente 8C Competizione del 2009 a 250mila €.
Il fatturato dell’incanto è raddoppiato, ma circa due terzi dei lotti venduti non hanno raggiunto le stime alte prima dell’aggiunta delle commissioni, e un quinto sono state vendute senza riserva.

Oltre un secolo di auto da Bonhams

Maggiormente diversificata la proposta della più tradizionale casa d’aste inglese Bonhams presso il Gran Palais Ephemere nella giornata del 2 febbraio. Un catalogo più ampio di ben 145 lotti spaziava dalle veterane di inizio ‘900 ad una recentissima Pagani del 2020, con un ricavo di oltre 30 milioni di €. Ritirata prima dell’asta una curiosa auto aerodinamica del 1947 su base VW Beetle, unico esemplare della Volkhart V2 Sagitta dalla stima milionaria (1,8-2,6 milioni).

Molti i lotti proposti senza riserva e, quindi, senza il rischio di restare invenduti, ben 66 fra cui un’intera collezione di 12 Porsche guidata da un model 964 Turbo S giallo squillante del 1993 che ha superato il milione di €. I risultati questa volta sembrano premiare le auto classiche dell’immediato dopoguerra concepite per le competizioni come l’elegante sagoma blu scuro della Talbot-Lago T26 Grand Sport Coupe del 1948 aggiudicata a quasi 2,2 milioni entro la stima, la Aston Martin Ulster Sport Ross’s del 1934 aggiudicata a 1,5 milioni di €, e la monoposto Maserati 4CM del 1937 vincitrice di Gran Premi (pre-F1) che ha sfiorato 800mila € sotto la stima.

Fonte: Il Sole 24 Ore