Produzione giù da 22 mesi ma mini recupero a novembre
Qualche luce, molte ombre. Se da un lato i dati Istat di novembre presentano per la produzione industriale il secondo progresso mensile consecutivo, si conferma però il trend negativo nel dato annuo, ormai in discesa da 22 mesi consecutivi, 714 giorni, prendendo come riferimento l’inizio di febbraio del 2023.
Il mini-rimbalzo mensile, una crescita dello 0,3% che in realtà scende ad un solo decimale per la manifattura, si confronta infatti con un calo annuo dell’1,5%, in cui i punti di caduta principali sono nell’area dei mezzi di trasporto (-13,8%) e dei macchinari (-6,2%).
Rispetto ai mesi precedenti tra i settori c’è tuttavia qualche segnale di recupero in più, visibile ad esempio tra alimentari e farmaceutica, mobili e piastrelle, navi ed aerei (entrambi in crescita a doppia cifra), elettronica e carta. Con il risultato di limitare la frenata annua media, dimezzandola rispetto ai mesi precedenti e portandola ai livelli più bassi da fine 2023.
Sempre di calo, tuttavia, trattasi. Con l’epicentro della crisi ancora una volta rappresentato dall’auto, giù del 37,5%, esito scontato del massiccio ricorso alla Cassa integrazione da parte di Stellantis. Nelle stime di Anfia in 11 mesi la produzione di vetture è stata pari a 295mila unità, in calo del 42%, del 50% a novembre. Per trovare numeri inferiori si deve tornare quasi di mezzo secolo, al lontano 1956, quando si produssero 280mila vetture. Che tuttavia rappresentavano un balzo del 21% rispetto all’anno precedente.
Tra le centinaia di categorie analizzate dall’Istat, solo i fertilizzanti (-38%) fanno peggio dell’auto, anche se i dolori dell’industria vanne ben oltre. Con cali diffusi per acciaio o fonderie, mezzi agricoli e ingranaggi, calzature e prodotti in pelle. Male anche l’area dei macchinari, con alcune categorie di macchine utensili in discesa produttiva del 30%, quasi un terzo dei volumi in meno rispetto al 2023.
Fonte: Il Sole 24 Ore