Putin in attesa di Trump: «Chiudere la guerra non congelarla, colloqui in Slovacchia»
«Le prime indicazioni e i primi elementi che abbiamo potuto analizzare ci dicono che a colpire l’aereo dell’Azerbaijan Airlines potrebbe essere stato un sistema antiaereo russo». Anche dal Pentagono degli Stati Uniti ieri sera hanno confermato, seppur con molta cautela e in modo non ufficiale, i sospetti che portano ad accusare la Russia per avere abbattuto il volo J2-8243 poi precipitato in fiamme vicino alla città di Aktau in Kazakistan.
La tragedia – nella quale sono morte 38 persone – aggiunge ulteriori tensioni internazionali attorno al conflitto, mentre Vladimir Putin resta in attesa di negoziare direttamente con la nuova amministrazione di Donald Trump, che prenderà il potere alla Casa Bianca il 20 gennaio: «La Russia è impegnata a mettere fine al conflitto, non vogliamo congelare la guerra», ha detto ieri il presidente russo. «La Slovacchia è pronta a offrire una piattaforma negoziale per i colloqui tra Russia e Ucraina per mettere fine alla guerra, e questa per noi è un’opzione accettabile», ha aggiunto Putin che nei giorni scorsi aveva ricevuto al Cremlino il premier slovacco Robert Fico.
Come noto, Putin intende avviare le trattative, partendo dalle posizioni raggiunte dalle forze militari sul campo di battaglia, quindi considerando acquisite dalla Russia le regioni orientali ucraine. Una posizione condivisa da molti nella nuova amministrazione di Trump, che ha promesso di mettere fine alla guerra «in 48 ore» quando sarà ufficialmente in carica come presidente. Ma per il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sarebbe davvero difficile da accettare la rinuncia non solo alla Crimea ma anche alle regioni di Donetsk e Lugansk.
Da Washington intanto il presidente Usa uscente Joe Biden ha attaccato duramente Mosca, anche per i bombardamenti su larga scala condotti dalle forze russe sull’Ucraina nel giorno di Natale, e ha promesso a Kiev nuovi aiuti militari, in un ultimo sforzo prima della chiusura del suo mandato. «Negli ultimi mesi, gli Stati Uniti hanno fornito all’Ucraina centinaia di missili di difesa aerea e altri – ha detto Biden – sono in arrivo».
Dal Pentagono, sulla tragedia aerea in Azerbaijan, un funzionario della difesa americana, sentito da Reuters ha parlato in forma anonima e ha nella sostanza ribadito la ricostruzione già fatta dalla stessa agenzia di stampa, spiegando che se le indicazioni si rivelassero accurate sottolineerebbero una volta di più «l’incoscienza della Russia nell’invasione dell’Ucraina».
Fonte: Il Sole 24 Ore