Quali sono gli smartphone che emettono meno radiazioni? La guida completa

Per scegliere quale smartphone comprare possiamo considerare anche la quantità di radiazioni emesse, oltre a prezzo, design e altre caratteristiche. Non tutti sanno che c’è una certa differenza tra i diversi modelli, quanto a emissioni radiomagnetiche che sono assorbite dal nostro corpo quando usiamo il cellulare. Ci sono anche istituti governativi che si occupano di testare i modelli. Il più famoso è “l’istituto federale per la radioprotezione” del Governo tedesco che offre un motore di ricerca con quasi tutti i modelli finora venduti (anche quelli fuori mercato). I dati, ad agosto 2023, offrono elementi interessanti per i consumatori che sono particolarmente interessati a questi aspetti.
Per comprendere questi dati e i loro significato bisogna però premettere alcune nozioni.
I valori sono detti Sar (specific absorption rate), ossia watt assorbiti per chilogrammo di corpo. Un Sar di 2,0 W/kg è considerato, a livello internazionale, il limite massimo di sicurezza per l’esposizione alle radiazioni elettromagnetiche emesse dagli smartphone. Nessun modello raggiunge questi limiti e nemmeno si avvicina (val la pena smentire una tabella che sta circolando in queste ore dove appaiono valori di oltre 3 watt per alcuni modelli; non corrispondono però alla fonte ufficiale tedesca, come è possibile verificare sul suo sito).
I Sar sono misurati in laboratorio tenendo il cellulare a mezzo centimetro dalla testa, quando una connessione è attiva. Altri test misurano le radiazioni sul torso, ma qui ci riferiamo solo a quelli sulla testa, dato che i sospetti di pericoli per la salute si concentrano al momento sul possibile aumentato rischio di tumore al cervello.

Quali rischi per la salute

È importante notare che non esiste un consenso scientifico unanime sui rischi per la salute associati all’esposizione alle radiazioni elettromagnetiche. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro ha classificato le radiazioni non ionizzanti, come quelle emesse dagli smartphone, come “possibili cancerogeni per l’uomo”. Altre organizzazioni, come l’Istituto Superiore di Sanità italiano, hanno concluso che non ci sono prove sufficienti per affermare che le radiazioni elettromagnetiche emesse dagli smartphone causino il cancro.

Sar e smartphone, cosa considerare

La fisica ci insegna che la quantità di radiazioni assorbite dipendono da molti fattori, tra cui la potenza dell’antenna, il tipo di frequenza e la vicinanza. Le frequenze più basse tendono a penetrare di più. Il Wi-Fi e il bluetooth sono considerati molto più sicuri rispetto all’uso dello smartphone, sia perché quelle connessioni avvengono più lontane da noi sia perché la potenza è molto più bassa e le frequenze sono più alte. Una buona notizia: l’istituto tedesco ha rilevato, poche settimane fa, che i telefoni cellulari moderni hanno un vantaggio rispetto ai modelli più vecchi: spesso trasmettono con lo standard 4G o 5G. Entrambi gli standard hanno un livello di radiazioni inferiore rispetto allo standard gsm quando si stabilisce una connessione. Il gsm trasmette alla massima potenza per stabilire una chiamata. Il dispositivo riduce poi la potenza di trasmissione al livello richiesto. Il cellulare 4G o 5G fa esattamente il contrario. Inizia l’impostazione della chiamata con la potenza di trasmissione più bassa e poi aumenta fino alla potenza richiesta. “Secondo lo stato attuale della scienza e della tecnologia, i telefoni cellulari non comportano rischi per la salute. Tuttavia, la tecnologia non è in uso da abbastanza tempo per una valutazione conclusiva degli effetti a lungo termine. L’Ufficio federale per la protezione dalle radiazioni sostiene pertanto ulteriori ricerche in queste aree”, si legge in un suo report di ottobre.L’istituto consiglia di cercare smartphone con Sar massimo di 0,5 e stima che il 41% dei dispositivi sul mercato risponde a questo requisito. La brutta notizia è che i modelli più popolari superano questo limite e arrivano a circa 1 Watt. Fanno meglio quelli più economici e meno noti. L’istituto comunque raccomanda in particolare di evitare modelli con Sar superiori a 1,6 watt.

I modelli peggiori e migliori per emissioni

I modelli LG 510W e LG-G512 presentano i valori Sar più elevati, pari a 1,94 W/kg ciascuno.Il Motorola Edge ha un valore SAR di 1,79 W/kg, seguito dal Mi A1 di Xiaomi e dalla sua variante LTE Dual SIM con 1,75 W/kg ciascuno. Huawei P8 ha un valore SAR di 1,72 W/kg, mentre OnePlus 5T ha un valore SAR di 1,68 W/kg. Samsung ha molti modelli con valori Sar bassi, come il Gear 2 Neo, il Gear 2 e il Galaxy Note 10.1 Wi-Fi, rispettivamente con 0,01, 0,02 e 0,03 W/kg. Bene anche l’MPx 200 di Motorola e il Mate 8 di Huawei con valori leggermente superiori a 0,20 W/kg. Il OnePlus 2 ha lo stesso valore.Vediamo i modelli dei marchi più popolari, Samsung e Apple.Il modello Samsung con il valore Sar più alto è il Galaxy A23 5G (1,49 W/kg), mentre il più basso è il Galaxy A34 5G (0,55 W/kg). Diversi modelli più recenti, come il Galaxy S23 Ultra e il Galaxy Z Flip 5G, hanno valori Sar (di poco) inferiori a 1,0 W/kg, confermando una tendenza alla riduzione delle radiazioni nei modelli più recenti.Il modello di iPhone con il valore più alto è l’iPhone 7 (1,38 W/kg), mentre quello più basso è l’iPhone X e i suoi successori, compreso l’iPhone 14 (0,99 W/kg) e 15 (0,98).

Raccomandazioni per telefonare e navigare

L’istituto, come le varie organizzazioni internazionali, consigliano di telefonare con le cuffie quanto più possibile e di navigare sotto Wi-Fi. Bluetooth e Wi-Fi, come detto, hanno potenze inferiori rispetto agli standard cellulare, infatti. Radiazioni al minimo con le sempre meno usate cuffie via cavo.Infine, si legge nell’ultimo report dell’istituto tedesco, “per i bambini è particolarmente importante ridurre al minimo l’esposizione ai campi elettromagnetici. Sono ancora in fase di sviluppo e potrebbero quindi essere più sensibili agli effetti sulla salute”. Consiglia per loro di disattivare proprio la connessione dati mobile e di farli navigare solo via Wi-Fi. Infine, l’istituto dà una raccomandazione nota agli esperti ma pochissimo a tutti gli altri: meglio non usare il cellulare quando c’è poco campo. In queste condizioni, il dispositivo infatti tiene la potenza al massimo. Abbiamo poco campo quando l’antenna dell’operatore è lontana da noi. Checché ne possano pensare i vari comitati “anti antenna”, la scienza ci dà quindi un buon motivo per consentire l’aumento del numero di antenne sul territorio – che essendo lontane dal corpo non provocano un grande assorbimento di emissioni ma viceversa consentono di ridurre quelle assorbite dall’uso del cellulare, come spiegato.

Fonte: Il Sole 24 Ore