Quali sono i tre tipi di auto ibride? Le differenze tra ibrido leggero, full e plug-in

Quali sono i tre tipi di auto ibride? Le differenze tra ibrido leggero, full e plug-in

Le auto ibride sono state le più vendute in Italia nel 2024. Se fino ad una decina di anni fa ibrido era sinonimo di “Toyota” con la tecnologia portata al debutto prima dalla Prius e poi dalla compatta Yaris, oggi la situazione è drasticamente cambiata. È quindi importante conoscere la differenza tra le varie tecnologie, in modo da fare la scelta giusta al momento dell’acquisto.

Mild hybrid

I sistemi Mhev (Mild Hybrid Electric Vehicle) spesso battezzati “ibridi leggeri”, sono il primo step dell’elettrificazione. Nonostante non ci siano differenze a livello di omologazione, le versioni con tecnologia Mild Hybrid montano un impianto elettrico parallelo, alimentato da batterie a 12 o 48 Volt che lavorano insieme ad un motore elettrico di piccole dimensioni. Capace di recuperare energia durante le fasi di frenata, il sistema Mhev a 12 volt non è in grado di muovere in autonomia gli pneumatici ma fornisce energia durante la ripartenza del veicolo andando così a ridurre consumi ed emissioni inquinanti. Discorso diverso per le mild hybrid a 48 volt, ora capaci di muovere l’auto in modalità completamente elettrica per pochi chilometri.

Full hybrid

Secondo step dell’elettrificazione vede la presenza dei modelli Hev (Hybrid Electric Vehicle), battezzate sempre più spesso come full hybrid, dove il motore elettrico funziona insieme a quello a combustione interna Ice (Internal Combustion Engine) ed è in grado di viaggiare al 100% in modalità elettrica per un maggior numero di chilometri rispetto alle ibride mild hybrid a 48 volt. Il motore elettrico contribuisce maggiormente a ridurre consumi ed emissioni rispetto ai sistemi Mhev ma occupa più spazio e comporta maggiori costi e peso. Le batterie si ricaricano nelle fasi di frenata e grazie alla presenza del motore termico, mentre non è presente una presa di corrente in grado di collegarsi alle stazioni di carica.

Plug-in hybrid

Per i modelli alla “spina” bisogna passare alle Phev (Plug-In Hybrid Electric Vehicle) dove è presente un motore termico e il motore elettrico si ricarica anche con la presa di corrente. L’autonomia a zero emissioni può raggiungere oltre 100 chilometri e i consumi di benzina si riducono notevolmente quando si viaggia con la batteria carica. Situazione completamente opposta a batteria scarica, dove le auto plug-in diventano tutt’altro che economiche e amiche dell’ambiente.

Ibride range extender

Le ibride range extender sono veicoli dove il motore a combustione interna è impiegato solamente come generatore di corrente per ricaricare la batteria di trazione quando il livello di carica è basso. Tra le Erev è presente la Nissan X-trail e-Power, dove manca una spina di corrente ma il motore termico alimentato a benzina è utilizzato esclusivamente per generare energia necessaria a caricare la batteria del motore elettrico e non per generare trazione agli pneumatici. Altra applicazione di range extender arriva dalla Mazda Mx-30 R-Ev, ed è ricaricata, unica al mondo tra le auto di serie, da un motore rotativo tipo Wankel da 830 cc e 75 cavalli. È presente un motore elettrico a muovere le ruote anteriori e la possibilità di essere ricaricata anche dalle colonnine.

Fonte: Il Sole 24 Ore