Qualità e opportunità per tutte le tasche nelle case d’asta italiane

Qualità e opportunità per tutte le tasche nelle case d’asta italiane

L’asta di Moderna e Contemporanea di Finarte del 9 novembre a Roma ha oltrepassato largamente il milione di euro di fatturato, con aggiudicazioni oltre gli 800mila € per un mix di alta qualità di artisti italiani ed esteri. L’asta di Bolaffi a Torino del 7-8 novembre, con un fatturato oltre 2 milioni, “ha rappresentato il record del dipartimento Moderna e Contemporanea” conferma Filippo Bolaffi. La vendita di 486 opere su tela, tavola e carta includeva anche un’accurata selezione di stampe, manifesti ed edizioni, oltre a fotografie, tra cui sono andate molto bene le visioni montane di Vittorio Sella.
Tutte le fasce di collezionismo rappresentate in asta hanno risposto bene alle occasioni presenti. Dalle grafiche e dalle incisioni dell’Espressionismo tedesco alle scuole francesi, olandesi e italiane. Anche il centinaio di manifesti firmati da Warhol e artisti della Pop Art Usa, di Cobra, ecc., cosa che li rende pezzi unici a poche centinaia di euro, sono andati bene. Due serigrafie della serie «Ladies and Gentlemen» di Warhol hanno raggiunto le quotazioni globali, 22mila e 11mila €.

Cresce l’interesse per la qualità delle case d’asta italiane

Sembrano premiare questi incanti un rapporto qualità-prezzo che stimola e soddisfa la domanda, non guasta la provenienza da buone collezioni (Giuseppe Ungaretti da Finarte, Alfred Spitzer da Bolaffi), ma soprattutto la composizione dei cataloghi tra primo e secondo Novecento e Contemporaneo, con molte seducenti presenze del figurativo e dell’astrattismo e uno stuzzicante mix di artisti stranieri ed italiani. Da Bolaffi i top lot di Paul Klee, Joan Mirò, Pablo Picasso, Pierre Klossowski sono stati comprati da dealers stranieri. Con prevalenza da Svizzera, Germania, Regno Unito, Spagna e, soprattutto, Francia. Fermi gli orientali e bassa presenza degli statunitensi. ”Per colpa della burocrazia, invece, i privati esteri sono spaventati” commenta Filippo Bolaffi.

Non basta il cool. Collezionisti raffinati e preparati

Restano insieme, grazie ad un collezionista privato italiano che se li è aggiudicati a 430mila €, i sei arazzi di Alighiero Boetti ritrovati in un cassetto torinese. Il giapponese Isao Domoto ha quasi decuplicato la stima, Klossowski l’ha triplicata ma non sono mancate occasioni su nomi importanti: George Mathieu a 4mila €, Henri Michaux a 3mila €, un bel Giulio Turcato blu a 5mila € (Lotto68), un disegno di Wifredo Lam a 850 €, un nudo femminile di Nicolas Poliakoff a 500 €, una Parigi su carta del 1931 di Michele Cascella a 850 €. Per gli italiani importanti i compratori sono stati collezionisti privati: “Col pezzo giusto spendono” spiega Bolaffi.
Solidi risultati per Mimmo Paladino. Esiti meritati per Afro, Carla Accardi, Alberto Magnelli e un Bice Lazzari del 1959, a 21mila € (Finarte). Misteriosamente invenduti un bel Depero del 1920-21 (Finarte, Lotto 46) e un piccolo Keith Haring (Bolaffi, Lotto 97). In corso trattative private per il nudo femminile milionario di Egon Schiele (Bolaffi, Lotto 171).

Compratori esteri

In ambedue le aste alla buona selezione presentata ha corrisposto una platea di compratori molto attenti sia dall’estero che dall’Italia. Un risultato in linea con le aggiudicazioni internazionali si è avuto da Finarte per l’intenso Jean Fautrier del 1959 “Rain” (olio su carta trasportato su tela, 38,5 x 61 cm), battuto a 200mila € (248.090 € con le commissioni) da un compratore parigino e anche per gli italiani, tra cui un Turcato del 1959, raro e di buon formato, a 63mila €. Il bellissimo “Jaune” di Bram Bogart del 1969 torna in Belgio, battuto a 25mila € e i due raffinati Mario Schifano a 23 e 25mila € coi diritti, testimonia Georgia Bava di Finarte0, hanno trovato compratori sia italiani che americani, capaci di integrare la “Pop Art italiana” alle loro collezioni.Segnali dall’anglosfera di un rinnovato interesse per gli artisti peninsulari arrivano anche per il cross-collecting e l’antico, dalla mostra che si aprirà a breve a New York, da Petzel Gallery dal 15 dicembre, che assocerà stelle del contemporary, come Cindy Shearman, Jeff Koons ed altri ai capolavori del Sei-Settecento della Lampronti Gallery, da Gaspar van Wittel a Canaletto. Segnali che seguono quelli emersi pochi mesi fa con l’apertura di un dipartimento di Old Masters alla galleria Saatchi Yates di Londra. Intervistati i giovani galleristi Phoebe Saatchi Yates e Arthur Yates hanno dichiarato: “Abbiamo un interesse genuino per gli Old Masters. Alcuni collezionisti condividono il nostro interesse. Saatchi Yates Masters è specializzata nella ricerca di capolavori dal XVIII secolo alla metà del XX secolo. È nata dalla passione di lavorare con opere storiche davvero eccezionali, dagli Old Masters al dopoguerra e al contemporaneo”. Dove c’è qualità non manca il compratore, i tempi sono dominati da troppe incertezze, ma talvolta l’investimento in arte stimola e soddisfa forse proprio perché la tragedia delle guerre e l’inflazione affliggono le comunità ma non frenano ancora la voglia di vivere e reagire.

Fonte: Il Sole 24 Ore