Quando l’arte collabora con la natura

Quando l’arte collabora con la natura

Il titolo calca la teoria del filosofo russo Pëtr Kropotkin (1842–1921) sull’aiuto reciproco e il mutuo appoggio. Kropotkin ipotizza che, in uno scenario naturale con risorse limitate e numerosi rischi non sia la “competizione per il nutrimento e la vita in seno a ogni specie”, come sostenuto da Darwin e Wallace, la migliore opzione di sopravvivenza sia la collaborazione tra specie. Il “mutuo appoggio” nelle comunità come nel regno degli insetti, in special modo nei formicai, diviene quindi il fattore chiave dell’evoluzione.

L’esposizione di Castello di Rivoli parte da questo assunto e vede protagonisti non solo artisti ma piante, animali, agenti atmosferici in un’empatica collaborazione interspecie.

Il percorso parte, infatti, da Giuseppe Penone e Vivian Suter, artista di origine elvetica, nata in Argentina nel 1949 che va a vivere in Guatemala, sulle coste del lago Atitlán. Se Penone in Continuerà a crescere tranne che in quel punto cerca di trattenere gli anni di crescita degli alberi e opera soprattutto con frassino e noce, Suter si rapporta con la foresta pluviale che circonda il suo studio. Le tele sono lasciate a disposizione della foresta, vengono abbandonate alle intemperie e a cielo aperto per incorporare segni, liquidi corporei, detriti, impronte degli animali o del suo cane.

Agnes Denes (1931, Budapest) artista americana-magiara, celebre soprattutto per l’opera Wheatfield del 1982, quando fece crescere un grano di due acri a Lower Manhattan, con lo sfondo delle Torri Gemelle, è una pioniera della Land Art e dell’Arte Ecologica. In mostra 39 foto che testimoniano l’azione della semina, vista come un dono che viene restituito alla terra. Altri scatti testimoniano l’idea di concatenamento e interdipendenza con la natura che prende linfa vitale dal testo Making Kin. Fare parentele, non popolazioni di Donna Haraway e Adele Clarke. In una terza azione vediamo l’artista scavare e depositare una capsula del tempo indirizzata all’uomo del futuro. Tree Mountain è invece la sintesi di una piantumazione di 11.000 alberi a opera di 11.000 persone a Ylojarvi, in Finlandia, realizzata in occasione del Summit di Rio de Janeiro, in maniera tale che si crei un organismo con schema frattale.

Tomás Saraceno (San Miguel de Tucumán, 1973) artista e architetto argentino che vive a Berlino crea cluster, incontri tra specie diverse di ragno, generando fragili e affascinanti architetture volanti. Il suo sogno è vedere svilupparsi la comunità dell’Aerocene, strutture fluttuanti grazie all’energia pulita solare ed eolica.

Fonte: Il Sole 24 Ore