Quest’anno nuovi anticipi solo per pochi con pensione contributiva
Le poche nuove misure di flessibilità pensionisticaintrodotte dalla legge 207/2024 (Bilancio 2025) non avranno conseguenze pratiche immediate secondo quanto stimato dal Governo stesso.
Le due soluzioni principali che diverranno disponibili nel corso dell’anno (al termine di un percorso attuativo che comporta l’emanazione di un decreto ministeriale) si basano sulla possibilità di valorizzare la pensione complementare (a vantaggio di chi ha investito per tempo in questo strumento) al fine di raggiungere gli importi soglia richiesti per due pensionamenti riservati a chi è soggetto al metodo di calcolo contributivo perché, in via ordinaria, non ha contributi previdenziali accreditati prima del 1996.
Le due soluzioni
A differenza di chi rientra nel calcolo “misto” (retributivo più contributivo) in quanto ha contributi ante 1996, con il solo contributivo alla pensione di vecchiaia con almeno 20 anni di contributi si accede a 67 anni di età se l’importo lordo mensile dell’assegno maturato è pari almeno a quello dell’assegno sociale (534, 41 euro nel 2024, circa 538,69 euro nel 2025, in attesa dell’ufficializzazione da parte dell’Inps). Se non si raggiunge il requisito di reddito, occorre rinviare il pensionamento fino a che, per effetto di eventuali ulteriori contributi versati o di un coefficiente di calcolo più favorevole perché legato a un’età maggiore, l’importo dell’assegno arriva al livello richiesto. Nella peggiore delle ipotesi, si devono attendere gli attuali 71 anni, quando la pensione viene messa in pagamento senza requisiti di importo minimo.
In questo quadro, la legge di Bilancio 2025 consente di valorizzare l’assegno della previdenza complementare per raggiungere l’importo soglia: ad esempio se la pensione pubblica maturata è di 500 euro e quello teorico della rendita integrativa è di 50 euro, si potrà accedere alla pensione a 67 anni. In sostanza non è che si va in pensione prima dei 67 anni, diciamo che si anticipa rispetto a un posticipo che si renderebbe necessario in quanto non si hanno i requisiti per pensionarsi a 67 anni.
Con la pensione anticipata contributiva, invece, lo sconto sul requisito anagrafico c’è. Infatti la si può ottenere a partire dai 64 anni di età (più una finestra di tre mesi che di fatto porta l’anticipo a 33 mesi invece di 36). Però l’importo soglia è di tre volte l’assegno sociale (2,8 volte per le lavoratrici con un figlio; 2,6 volte con almeno due). Come per la vecchiaia, in assenza di questo requisito, il pensionamento va rinviato, fino a che l’assegno non aumenta a sufficienza.
Fonte: Il Sole 24 Ore