Rai, carceri e autonomia in discussione”

All’autonomia alle carceri, passando per le nomine Rai. Dopo il risultato delle elezioni europee (che hanno visto Forza Italia superare la Lega: 9,59% contro 8,97%) e la conferma di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione Ue (Lega e Fdi hanno votato contro e Fi a favore), sale la tensione all’interno del centrodestra di governo. Con gli azzurri che rivendicano più spazio e il Carroccio che invece tenta di recuperare terreno battendo sui temi più identitari. Nel mezzo Fratelli d’Italia e la premier Giorgia Meloni, impegnata a far sì che le tensioni tra i due alleati non facciano scoppiare la maggioranza.

Tensioni nel centrodestra sulla governance della Rai

Emerge sempre con maggiore intensità la richiesta formale da parte del partito di Matteo Salvini di un tavolo sulla nuova governance e sul futuro della tv pubblica. Un confronto a tutto campo reso più urgente dalle dimissioni della presidente di viale Mazzini, Marinella Soldi (attive dal 10 agosto). Sullo sfondo la partita per il direttore generale della Rai, che i leghisti rivendicano quasi come “risarcimento” per gli altri vertici coperti da Fratelli d’Italia e Forza Italia. Lo schema, in parte tracciato, vedrebbe Giampaolo Rossi nel ruolo di amministratore delegato indicato dai meloniani e Simona Agnes come presidente in quota Forza Italia, e non prevederebbe la figura del direttore generale. Ma la Lega non ci sta e alza la voce non nascondendo anche mire sulla direzione del Tg1, dove non è scontato che resti Gian Marco Chiocci. O in alternativa per la testata Tgr.

Battaglia sul tema delle carceri

Una situazione che rende sempre più possibile un rinvio del dossier a settembre, quando le acque – forse -saranno più calme. La battaglia sulla Rai si intreccia inevitabilmente con altri fronti aperti. Sulle carceri non sono mancati scontri interni negli ultimi giorni, e sono ancora da misurare le reazioni degli alleati all’asse che Forza Italia ha lanciato su questo tema con in Radicali, interpretato da molti anche alla luce delle recenti scosse di Marina e Pier Silvio Berlusconi.

Contrasti sull’autonomia tra Forza Italia e Lega

Di certo gli inviti a frenare sull’Autonomia da parte dei governatori meridionali azzurri vanno inevitabilmente di traverso alla Lega mentre, notano parlamentari ben informati, potrebbero fare gioco anche a Meloni per frenare le offensive leghiste. L’ultima, non inedita, riguarda le Province, e dopo la presentazione del disegno di legge per farle tornare enti di primo livello, è arrivato subito un mezzo stop dai piani alti del governo: «Siamo tutti d’accordo, ma ciò deve avvenire nella sede opportuna, quella della definizione di una riforma organica». Fibrillazioni che portano un navigato politico come Matteo Renzi a sentenziare che «il voto anticipato non è più un tabù».

Fonte: Il Sole 24 Ore