Rai Way, rete proprietaria e data center per crescere
Cinque edge data center pronti per essere messi a disposizione del mercato. Ma Rai Way ha tolto il velo anche a una nuova content delivery network (Cdn): una piattaforma che fa leva su 6mila chilometri di fibra di proprietà per permettere, a chiunque voglia, di sfruttare l’infrastruttura per i propri servizi. In quest’ultimo caso lanciando il guanto di sfida ai fornitori internazionali di Cdn (come Akamai e Amazon verrebbe da dire) e rivolgendosi a broadcaster e a chi trasmette attraverso la rete internet contenuti che necessitano di particolari attenzioni quando, ad esempio, si tratta di eventi live, con i propri picchi in grado di innescare l’avvio della famigerata rotella.
Data center dislocati lungo la Penisola
Rai Way, la tower company controllata al 65% da Viale Mazzini, fa partire da Milano un roadshow per presentare i suoi primi cinque edge data center. Le prossime tappe saranno a Firenze, Genova, Torino e Venezia dove sono collocati i primi punti già completati di una rete che prevede, nell’orizzonte del piano industriale, la realizzazione di altri data center al Centro e al Sud. «Con l’Evolution Tour vogliamo valorizzare i territori in cui abbiamo realizzato i nostri primi data center, contribuendo alla trasformazione digitale del Paese», afferma Luca Beltramino, direttore della Divisione data center di Rai Way.
Un nuovo segmento di business
Di certo per la towerCo, quotata in borsa dal 2014, guidata dal ceo Roberto Cecatto e presieduta da Giuseppe Pasciucco, si tratta di un segmento di business che va ad unirsi all’attività core, forte di 2.300 torri di broadcasting, 21 sedi regionali e tre centri di controllo. Il tutto nel solco di un piano industriale che prevede 240 milioni di investimenti di sviluppo al 2027 (il 50% dei quali, 120 milioni, destinati all’avvio della rete dei data center).
Proprio riguardo a questi ultimi – il data center inaugurato ieri è posizionato a Siziano, in provincia di Pavia – Rai Way scommette evidentemente sull’incremento della domanda di cloud e servizi, spinta dal combinato disposto di una fame crescente di dati, alimentata dall’avanzata dell’intelligenza artificiale generativa e dalla saturazione dei mercati tradizionali dell’area Flap (Francoforte, Londra, Amsterdam, Parigi) che potrebbe avvantaggiare l’Italia.
Cdn aperta a broadcaster e videostreaming
Porte aperte, dunque, a chiunque decidesse di rivolgersi a Rai Way per avere un servizio di data center. È questa la scommessa della società che, come detto, ieri ha anche però svelato la sua nuova content delivery network (Cdn), progettata per offrire prestazioni elevate, affidabilità e sicurezza nella distribuzione di contenuti live e on-demand su reti Ip. Grazie alla presenza capillare di point of presence (PoP) su tutto il territorio italiano la edge Cdn mira a garantire bassa latenza (tempo di risposta a uno stimolo, essenziale per i servizi più evoluti) e un’esperienza utente di qualità superiore. «La nostra edge Cdn è una soluzione ideale per la distribuzione di contenuti media in modo veloce e scalabile», sottolinea Roberto Zarra, deputy Broadcasting & Media e New Business Sales di Rai Way.
Fonte: Il Sole 24 Ore