Rapporto Povertà Caritas, a Roma quasi 700 minori alle mense, famiglie sovra indebitate

Rapporto Povertà Caritas, a Roma quasi 700 minori alle mense, famiglie sovra indebitate

«Nel 2022 si è registrato il dato più alto di accesso nei centri Caritas, parrocchie e servizi diocesani: oltre 25.000 persone hanno fatto richiesta di aiuto; per 11.800 di esse sono stati avviati programmi organici di aiuto». È uno dei dati principali del Rapporto Povertà 2023 di Caritas Roma, dal titolo “Le città parallele”, diffuso oggi, 13 novembre.

L’indagine intercetta anche la perdita del potere d’acquisto dei romani (diminuito dello 0,6%), il maggiore ricorso ai prestiti e all’indebitamento (nel Lazio spicca un aumento su base annuale di oltre il 9% per le cessioni del quinto dello stipendio), un “boom” nelle richieste di aiuto alle strutture Caritas (oltre 25.000 persone, di cui 700 minori) e l’affermazione di un lavoro che, seppure in crescita, si presenta sempre più “instabile” e “povero”. Con un tasso di occupazione del 70,6%, un dato di oltre 5 punti superiore alla media nazionale infatti, prevalgono i lavori instabili, il 18,8% di lavoratori sono atipici e la percentuale di lavoratori dipendenti con “bassa paga” è al 13,5% (10,4% in Italia).

Il sostegno alimentare

«La richiesta di sostegno alimentare continua a rappresentare il principale tipo di intervento – spiega il Rapporto – e riguarda il 69,7% delle persone incontrate. Nelle tre mense sociali sono state accolte 9.148 persone, 4.092 delle quali per la prima volta. Due i dati sorprendenti: la presenza di 698 minori (il 7,6% del totale), si tratta soprattutto di minori stranieri non accompagnati» e «il crescente numero di stranieri, l’81% del totale: soprattutto i richiedenti asilo e i protetti internazionali».

Le bollette

Altro dato che emerge è «la richiesta di aiuto per pagare le bollette dell’energia: in soli tre mesi, a cavallo tra il 2022 e il 2023, è andato esaurito il fondo di 130.000 euro istituito dalla Diocesi di Roma e gestito dalla Caritas per aiutare le famiglie, costrette spesso a scegliere se pagare le bollette o provvedere ad altre spese pur indispensabili».

Il disagio per l’accesso alle cure

Sono inoltre «crescenti» le «difficoltà di accesso alle cure sanitarie, con il triste e ormai vecchio problema irrisolto delle liste di attesa che mina il rapporto di fiducia tra cittadini e Servizio Sanitario Nazionale. Emerge come prioritaria – si legge ancora nel rapporto – la situazione delle persone con problemi di salute mentale, per la quale sarebbe ora di convocare quella Conferenza delle parti che, oltre a Comune e Regione, coinvolga i familiari dei malati e le associazioni di volontariato, in cui si affrontino alcune straordinarie priorità».

Fonte: Il Sole 24 Ore