Record per Boetti, grande liquidità su giovani artisti e sulle artiste
Come da consuetudine affermatasi nel corso dell’ultimo anno, la sera del 16 novembre a New York Sotheby’s ha presentato due cataloghi in immediata successione, il primo dedicato all’arte del nuovo secolo, il secondo a quella del dopoguerra. Il ricavo totale per i 58 lotti venduti sui 60 battuti (dopo due ritiri) è di 315 milioni di dollari con le commissioni, entro le stime di 268-344 milioni, grazie anche al solito cospicuo numero di garanzie a coprire poco meno di metà dei lotti.
I due cataloghi hanno ricevuto accoglienze diverse seguendo un copione che, con qualche variazione, si ripete oramai da tempo e con tutte le case d’asta: entusiasmo soprattutto da parte di compratori asiatici per le nuove leve, e opere storicizzate multimilionarie vendute spesso ai garanti.
Il XXI secolo
Il catalogo denominato ‘The Now’ ha generato un forte interesse soprattutto da parte di clienti al telefono dal continente asiatico, portando al realizzo di cinque record.Tutti e 22 i lotti rimasti dopo un ritiro hanno portato 45,8 milioni di dollari, oltre la stima alta di 42 milioni dopo l’aggiunta delle commissioni, con molti lavori aggiudicati oltre le stime, talora rendendo inutili le garanzie. A guidare i realizzi due artisti giapponesi non proprio di primo pelo, ma con lavori che potrebbero (anzi forse dovrebbero) essere di primo mercato in galleria piuttosto che in asta. Si tratta di una caratteristica figura pop di Yoshimoto Nara del 2020 ‘Light Haze Days / Study’ che con le commissioni sfiora la stima alta di 12 milioni di dollari finendo in Asia, e una monumentale ‘Pumpkin’ in bronzo in edizione di 8 del 2014 di Yayoi Kusama, versione nobilitata dei nani da giardino contesa fino a 6,5 milioni di $ oltre la stima si 3,5-5,5 milioni. Kusama guida il gruppo di artiste dai realizzi milionari fra cui due nomi affermati come Cecily Brown, la cui tela di oltre due metri del 2001 ‘Eyes Wide Shut’ finisce in Asia per 4,5 milioni di dollari entro la stima di 4-6 milioni grazie alle commissioni, ed Elizabeth Peyton con uno dei suoi piccoli ed innocui ritratti in questo caso un androgino ‘Nick with His Eyes Shut’ del 2003 che supera la stima (1-1,5 milioni) e la garanzia realizzando il nuovo record personale a 2,5 milioni di dollari.
Si registrano record anche per Carol Bove (rappresentata dalla mega-galleria David Zwirner) con la scultura alta due metri ‘Dressing Room’ di acciaio dipinto del 2017 che sfiora 800mila $ e per Jacqueline Humphries con una tela ovviamente enorme con un emoticon sempre del 2017 a 850mila $, oltre due volte la stima alta.
In generale, si tratta di arte che riflette perfettamente la vacuità del contemporaneo. Record anche per una tela che raffigura un interno con quattro personaggi che suggerisce una tensione omoerotica del 39enne pittore americano di origini pakistane Salman Toor ‘Four Friends’ del 2019, conteso fino a finire in Asia per 1,6 milioni da una stima di 300-400mila $. Anche il primo lotto del catalogo successivo, un lavoro di Barbara Kruger ‘My Face is your fortune’ del 1982 supera la stima e la garanzia per realizzare il nuovo prezzo record a 1,6 milioni di $.
Warhol guida il XX secolo
Il catalogo di arte contemporanea ha totalizzato 269 milioni entro la stima di 239-301 milioni dopo l’aggiunta delle commissioni, con due invenduti ed un lavoro di Joan Mitchell ritirato dalla stima di 10-15 milioni di $. Ben 85,4 milioni di $ sono dovuti al solo enorme lavoro della celebrata serie dei disastri raffigurati da Andy Warhol negli anni ‘60 con la riproduzione multipla tramite stampa su tela della stessa immagine ‘rubata’ dalle cronache; ‘White Disaster (White Car Crash 19 Times)’ del 1963 supera la stima a richiesta di 80 milioni e la garanzia grazie alle commissioni. Passando dalla Pop Art all’Espressionismo Astratto, un gruppo di tre opere di de Kooning, consegnate direttamente dalla famiglia dell’artista e garantite, realizza un totale di 58 milioni di $, guidata da un lavoro del 1979 dai toni blu aggiudicato a 34,8 milioni da una stima di 30-40 milioni di $. Altri 13 lotti provenivano da tre collezioni diverse, per un totale di 40 milioni di dollari, fra cui sei dalla collezione Alden che realizza 20 milioni grazie anche ad un lavoro Pop del lontano 1967 di Roy Lichtenstein ‘Modern Painting with Small Bolt’ che raggiunge 6,9 milioni, verso la stima bassa grazie alle commissioni. Salvato dalla garanzia anche un trittico di Francis Bacon raffigurante l’amico-rivale pittore Lucian Freud nel 1964, finito ad un collezionista inglese per la stima bassa di 30 milioni con le commissioni.
Degno di nota il record per una enorme (quasi sei metri per tre) ‘Mappa’ di Boetti proveniente dalla collezione Carraro, eseguita dai telai delle donne afghane a cavallo del turbolento periodo storico del 1989-91, dal forte impatto visivo e ricca di dettagli storici e politici ancora di attualità al giorno d’oggi, che avrebbe forse meritato più dei 8,8 milioni di dollari alla stima bassa di 8-12 milioni di $. I risultati generalmente positivi nonostante l’enorme quantità di lavori multimilionari offerti negli ultimi giorni suggerisce un certo livello di immunità del mercato dell’arte rispetto alla crisi in corso, quanto meno nella sua componente adatta a soddisfare le esigenze finanziarie di pochi attori interessati a ‘parcheggiare’ enormi somme di liquidità di fronte all’inflazione, all’incertezza degli strumenti finanziari classici e del quadro politico-economico soprattutto in Asia e Cina in particolare. Si tratta però di un mercato sempre più dipendente da garanzie e pochi attori speculativi, la cui solidità rischia quindi di esser messa alla prova.
Fonte: Il Sole 24 Ore