Reintroduzione leva obbligatoria: costa troppo. Ecco perché l’Italia dice no (tranne la Lega)

La guerra in Ucraina e l’espansionismo russo, e più in generale, le minacce alla sicurezza che si delineano a livello globale hanno riacceso il dibattito sulla leva militare obbligatoria. Dopo la fine della guerra fredda la soluzione era stata riposta nel cassetto dalla gran parte degli stati (l’Italia lo ha fatto con una legge nel 2005, prevedendo che potesse ritornare o in caso di guerra o in quello di una crisi internazionale che richiedesse un potenziamento delle Forme armate sotto il profilo numerico). Ora è tornata alla ribalta in quanto, è la tesi espressa da chi la sostiene, consente di far fronte a minacce che si sviluppano su più fronti.

L’allarme costi dell’Ifo

L’Istituto Ifo di Monaco di Baviera ha messo in guardia sui costi economici enormi connessi alla reintroduzione del servizio militare obbligatorio in Germania. Un’ipotesi che Berlino sta prendendo in considerazione, mentre lo stesso percorso è stato scartato dal ministro della Difesa Guido Crosetto, che si è detto contrario. «Non sono certo – ha infatti spiegato – che sei mesi in una caserma cambiano i giovani. Sarebbero soldi buttati via. Abbiamo bisogno di forze armate professioniste, di persone formate e preparate». E ancora: «Le forze armate non possono essere pensate come un luogo per educare i giovani, cosa che deve essere fatta dalla famiglia e dalla scuola. Il servizio civile universale non è una cosa che riguarda le forze armate». Crosetto ha proposto come alternativa quella di puntare sui riservisti, ovvero volontari che vengono periodicamente addestrati e formati.

Di diverso avviso la Lega, forza politica che sostiene l’esecutivo Meloni, che a maggio ha presentato alla Camera un progetto di legge (titolo: “Istituzione del servizio militare e civile universale territoriale e delega al Governo per la sua disciplina”) per reintrodurre la leva universale: sei mesi obbligatori per ragazzi e ragazze. Contraria anche Forza Italia, che tramite il vicepremier Antonio Tajani ha confidato: «Non credo che si possa reintrodurre la leva obbligatoria. Costerebbe troppo. Noi abbiamo già delle forze armate professionali. Non è che uno è soldato solo perché ha una divisa. Un conto è avere una riserva in caso di emergenza, o il servizio civile, un conto è la leva obbligatoria».

L’Ifo: la leva obbligatoria riduce la produzione economica tedesca da 3 a 70 miliardi di euro

Intanto i ricercatori dell’Ifo hanno fatto qualche calcolo. A seconda dello scenario, secondo i calcoli dei ricercatori, questa misura ridurrebbe la produzione economica tedesca da 3 a 70 miliardi di euro. «In alternativa al servizio militare obbligatorio, avrebbe più senso fornire alla Bundeswehr più risorse per renderla più attraente come datore di lavoro», ha spiegato l’esperto dell’Ifo, Panu Poutvaara. «Sarebbe concepibile pagare salari più alti a coloro che prestano servizio militare».

Gli economisti hanno preso in considerazione tre scenari: se il servizio militare fosse obbligatorio per un intero gruppo di età, ciò ridurrebbe la produzione economica dell’1,6% o di 70 miliardi di euro. Se, come nel caso del vecchio servizio militare, venisse svolto solo da un quarto degli arruolabili, il costo si aggirerebbe intorno ai 17 miliardi di euro. Un servizio militare distribuito sul 5 per cento della fascia di età arruolabile, che secondo l’Ifo corrisponde all’incirca al modello praticato in Svezia, costerebbe circa 3 miliardi di euro. «Un obbligo militare che coinvolgesse l’intero gruppo di età comporterebbe ogni anno costi economici pari all’incirca ai fondi provenienti dal bilancio della difesa e dal fondo speciale della Bundeswehr messi insieme nel 2024», ha detto l’esperto militare dell’Ifo Marcel Schlepper.

Fonte: Il Sole 24 Ore