Relazioni diplomatiche in pezzi tra India e Canada

Dal nostro corrispondente

NEW DELHI – Le relazioni diplomatiche tra India e Canada sono precipitate al punto più basso di sempre lunedì sera quando Ottawa ha annunciato l’espulsione di sei diplomatici di New Delhi – tra cui l’high commissioner, l’equivalente di un ambasciatore tra i Paesi del Commonwealth – sulla base di «prove chiare e convincenti» del loro coinvolgimento passato e presente «in attività che rappresentano una minaccia significativa alla pubblica sicurezza». L’accusa, che si riferisce all’assassinio di un dissidente di origine indiana, è stata rivolta direttamente dal premier canadese Justin Trudeau nel corso di una conferenza stampa durante la quale ha definito «inaccettabile» il comportamento di New Delhi.

Prima di lui, in un diverso briefing con i giornalisti, un alto funzionario di polizia aveva accusato l’India di aver intrapreso una vasta campagna contro i suoi bersagli politici in Canada, ricorrendo a estorsioni e omicidi. In un comunicato, il ministero degli Esteri canadese ha spiegato che la decisione di espellere i sei diplomatici è stata presa dopo un’attenta riflessione e solo dopo che la polizia canadese aveva raccolto prove del coinvolgimento dei sei in un omicidio.

New Delhi ha risposto giocando d’anticipo, dicendo di aver richiamato i propri rappresentanti perché il governo canadese non sarebbe più stato in grado di garantire la loro incolumità. Quindi ha espulso un egual numero di diplomatici canadesi, tra cui l’acting high commissioner e il suo vice.

Un crescendo iniziato lo scorso anno

Le tensioni tra India e Canada sono iniziate a salire lo scorso anno quando il primo ministro canadese Justin Trudeau ha accusato il governo Modi di aver avuto un ruolo nell’uccisione in Canada di un cittadino canadese di origine indiana che New Delhi considerava un terrorista per i suoi legami con un movimento separatista. L’India ha sempre negato ogni coinvolgimento nell’omicidio di Hardeep Singh Nijjar, un leader del movimento sikh che si batte per la creazione di uno Stato indipendente chiamato Khalistan in una porzione del territorio indiano che fa parte del Punjab. A complicare la posizione indiana negli stessi mesi dello scoppio del caso Nijjar era giunta un’accusa analoga da parte degli Stati Uniti, le cui forze di sicurezza avevano sventato un’operazione analoga, sempre fatta risalire al governo di New Delhi, contro un dissidente sikh residente negli Usa.

Fonte: Il Sole 24 Ore