Renè Benko, arrestato il magnate del crac Signa

Renè Benko, arrestato il magnate del crac Signa

Dopo l’insolvenza, l’arresto per corruzione. Renè Benko, magnate del gruppo immobiliare Signa finito in insolvenza, è stato arrestato nella sua villa di Innsbruck questa mattina alle 8.30. Ne dà notizia il quotidiano austriaco Kronen Zeitung. L’arresto del fondatore di Signa Group è arrivato su richiesta della Procura per corruzione. La richiesta, scrive il quotidiano austriaco, arriva per il rischio di inquinamento delle prove e reiterazione del reato. Benko è coinvolto anche nella maxi inchiesta della procura di Trento.

L’inchiesta in Italia

A dicembre, proprio la Procura distrettuale di Trento ha emesso un mandato d’arresto per il magnate austriaco René Benko, fondatore del gruppo Signa, finito poco meno di un anno fa sulla stampa internazionale per un mega crac. Sarebbero stati effettuati anche altri arresti in Italia, tra cui il commercialista bolzanino Heinz Peter Hager e la sindaca di Riva del Garda Cristina Santi. Tutti si trovano ai domiciliari. Non si escludono ulteriori sviluppi.

Le indagini coordinate dalla Dda della Procura di Trento con Carabinieri del Ros e i Finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Finanza di Trento ipotizzano l’esistenza di un gruppo affaristico in grado di influenzare e controllare le principali iniziative della pubblica amministrazione, soprattutto nel settore della speculazione edilizia in Trentino Alto Adige.

Il Gip ha condiviso la contestazione dell’utilizzo del metodo mafioso per il reato di associazione per delinquere ipotizzato dalla Procura. Le accuse contestate includono: associazione per delinquere, turbativa d’asta, finanziamento illecito ai partiti, traffico di influenze illecite, truffa, indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, oltre a diversi reati contro la pubblica amministrazione, tra cui corruzione, induzione indebita, rivelazione di segreti d’ufficio e omissione di atti d’ufficio, nonché violazioni delle norme tributarie legate all’emissione di fatture per operazioni inesistenti.

Fonte: Il Sole 24 Ore