RetroMobile: Parigi capitale del collezionismo d’auto d’epoca
La settimana a cavallo fra il 30 gennaio e il 4 febbraio ha visto la ripresa del mercato dell’auto classica e da collezione in Europa, grazie alla 48ª edizione della fiera RetroMobile che funge da catalizzatore per l’esibizione dei principali commerciati a livello mondiale, oltre agli appassionati ed ai club di marca soprattutto di origine francese.
Oltre all’enorme offerta in fiera, le tre case d’aste internazionali operanti in Europa hanno proposto altri 300 lotti in tre diversi cataloghi.
Auto eccezionali a Retromobile
Ad attirare oltre 130.000 fra appassionati e collezionisti è stata la grande offerta che va dalle testimonianze storiche di qualità museale proposte dai musei delle marche produttrici come Renault, che legano sempre più stilisticamente la produzione attuale a quella del passato, ai rivenditori di documentazione, libri, modellini e parti di ricambio per veicoli. Impressionante il display museale proposto da Richard Mille in cooperazione con Maranello, che può vantare una serie di auto leggendarie, soprattutto, legate alla storia anche recentissima della corsa di Le Mans. Ma la parte del leone è fatta dai businessmen capaci di trovare acquirenti per auto milionarie, responsabili di una parte sostanziale in un mercato dove le case d’asta contribuiscono in misura minoritaria.
Il ginevrino Simon Kidston ha presentato, nella consueta scenografia teatrale su piedistalli elevati, una dozzina di capolavori dell’automobilismo, con al centro dell’esposizione la regina della fiera una Ferrari 250 GTO dal particolare colore bianco con alle spalle una storia sportiva notevole sotto le guida di campioni come Graham Hill; prezzo a richiesta con ogni probabilità superiore ai 51,7 milioni di dollari pagati due mesi fa per un’altra GTO in asta a New York.
Max Girardo, dinamico commerciante già animatore di aste, ha portato una seconda GTO del 1963 ma nella più comune e nota livrea rossa, insieme ad altri modelli milionari di Maranello protagonisti di corse come la Mille Miglia, Le Mans e il campionato Procar. A spartirsi il mercato delle auto da competizione di fascia stellare con Girardo è l’inglese Fiskens, che ha portato in fiera la storia della Écurie Écosse con una Jaguar C-type e una D-type protagoniste degli anni ’50, insieme al suo veicolo trasportatore del tipico colore blu scozzese. L’altro grande mercante londinese, Joe Macari, ha proposto invece veicoli stradali approciabili come le Ferrari degli anni ’60 250GT Berlinetta e Lusso. A tre mesi dal successo della fiera a Bologna, era presente l’italiana Auto da Sogno con una selezione di auto uniche di carrozzieri come Vignale.
L’asta di Artcurial a Retromobile
Secondo una tradizione che nel mondo dell’arte sarebbe inconcepibile, data l’accesa rivalità fra gallerie e case d’asta, la fiera stessa ospita una delle tre aste in corso durante la settimana, quella della francese Artcurial che gioca quindi in casa, e dedica particolare attenzione a questo evento poiché per il momento non gode di una presenza forte negli Stati Uniti, il mercato più importante.
I due cataloghi di auto, moto ed automobilia proposti il 2 e 3 febbraio hanno portato in totale 17,8 milioni di euro, fra cui 129 lotti di automobili (e trattori!) di cui ben 56 proposti senza riserva (comunque meno della concorrenza in proporzione), che hanno portato a ben 36 invenduti fra cui molti dei lotti dalle stime milionarie. I tre lotti milionari aggiudicati sono uno spaccato della grande varietà presente in catalogo: una classica Mercedes-Benz 300SL ‘Ali di Gabbiano’ argento del 1955 ha sfiorato la stima alta superando 1,4 milioni di €, poco oltre la McLaren P1 del 2014 aggiudicata a 1.358.800 €, mentre ha raggiunto la stima bassa di 1 milione, grazie alle commissioni, la BMW M1 Procar da competizione del 1980; i primi cinque realizzi sono stati per auto tutte di decadi diverse. Una seconda MB 300SL ma in versione Roadster è rimasta invenduta, nonostante proposta completa di hard-top, ma è la mancata vendita di Ferrari classiche a stupire: ben quattro modelli fra il 1958 e il 1965, fra cui l’unico potenzialmente oltre i dieci milioni, una 250GT California Spyder LWB stimata 8,5-11,5 milioni di euro, a cui non è bastata un’elegante livrea blu per compensare lo svantaggio di essere in importazione temporanea da fuori Ue e, quindi, soggetta a tasse aggiuntive su tutto il pezzo realizzato, mentre appena due settimane prima la casa d’aste americana Mecum aveva realizzato 18 milioni di dollari per una più desiderabile versione SWB rossa. Anche una decisamente meno cara 250 GT Cabriolet Pininfarina S2 del 1962 non ha trovato compratori dalla stima di 1,2-1,8 milioni di €, che riflette un recente restauro e la presenza dell’ hard-top, ma sconta il colore non originale di carrozzeria ed interni per il modello decisamente meno sportivo e guidabile di auto scoperta col Cavallino Rampante.
È restata al palo anche la berlinetta sportiva 275 GTB con un passato nelle corse Rally dal tono di grigio non corretto e curiosi fanaloni aggiunti (stima 2,2-2,7 milioni di €), ed un’elegante 250GT Berlinetta Lusso del 1964 color argento recentemente restaurata in modo corretto ma penalizzata anch’essa dalle tasse di importazione da una stima di 1,6-2 milioni di €.
Paradossalmente, hanno trovato migliore accoglienza e, talora, superato le stime alte diversi modelli di Ferrari ben più comuni dagli anni ’70 ad oggi, come la Daytona, 400i, 348 Sydper, 456GT, F355GTS F1, 550 Maranello e 612 Scaglietti. Tempi duri anche per le supercar (o hypercar) recentissime, con sei lotti invenduti sulle otto auto offerte in sequenza dal lotto 100 a 107, fra cui due delle tre McLaren milionarie (una Speedtail del 2020 e una Senna del 2018), due Lamborghini (una Aventador Ultimae del 2022 e una Siàn del 2021), e una Ford GT del 2021, tutte auto dalle stime milionarie.
L’incanto RMSotheby’s
La casa d’aste di origine canadese, oramai da tempo nell’orbita di Sotheby’s, ha come consuetudine iniziato le danze il pomeriggio del 31 gennaio con un catalogo di 76 lotti (dopo due ritiri) per un realizzo complessivo di 35,1 milioni di euro, fra cui 72 auto per 34,4 milioni di € (contro i 50 milioni del 2023), grazie soprattutto all’aggiudicazione dell’unico lotto fra tutte le aste ad aver passato la soglia dei 10 milioni di €, una Ferrari 250 GT Berlinetta SWB del 1960 di colore giallo Modena in versione Competizione in alluminio, la più rara e performante, che ha confermato la stima bassa di 9 milioni giungendo a 10.158.125 € con le commissioni dopo una serie di rilanci di 25mila € ciascuno, che non hanno contribuito a dare l’impressione di un mercato spumeggiante. Ha confermato la stima alta, dopo l’aggiunta delle commissioni, un’altra Ferrari classica degli anni ’60, i più importanti per la storia del Cavallino Rampante: una 275 GTB/6C con la più rara e leggera carrozzeria ‘lunga’ in alluminio aggiudicata a 3,2 milioni di €, nonostante il colore e la trasmissione non originale.
Sebbene la percentuale di venduto sia molto elevata, superando l’80% grazie anche a metà dei lotti offerti senza riserva, 13 lotti sono rimasti al palo, fra cui sette dei primi 12 lotti per stima, di cui cinque supercar recentissime e due Porsche sportive degli anni ’90, tutte dalle stime mutimilionarie: Ferrari La Ferrari del 2016 di un inusuale colore bianco perla; l’aggressiva Lamborghini Centanario LP770-4 Roadster del 2018, penalizzata anche dall’importazione extra-Ue; una Ferrari Enzo del 2003 rossa ma con una storia complicata alle spalle; una chiassosa Bugatti Chiron del 2017 bicolore con argento a specchio; e ben tre Porsche: una recentissima 918 Spyder del 2014, una classica 911 GT2 del 1996 e una da competizione, la 962 C del 1991.
Altre tre supercar dell’ultimo ventennio hanno trovato, invece, compratori attorno alle rispettive stime basse, fra cui una Maserati MC12 Versione Corsa del 2007 dalla caratteristica livrea arancione a 3 milioni, la rara svedese argentata Koenigsegg Regera del 2021 a 2,4 milioni di €, e una McLaren P1 del 2015 a 1 milione.
Sotheby’s era presenta anche in fiera con alcune auto a trattativa privata o asta a busta chiusa, fra cui un’altra Maserati MC12 con la tipica livrea bicolore bianco e blu.
Fonte: Il Sole 24 Ore